La religiosa francescana era una delle figure più note della società civile del Paese. Insieme alle consorelle aveva fondato la “Casa della pace”, destinata a disabili mentali e fisici, che ha sempre spinto a impegnarsi nello sport e nelle arti. I cattolici la ricordano come “un orgoglio per tutti noi”.
LA STORIA – Suor Ruth Lewis, francescana della Congregazione di Cristo Re, una delle figure più note della società civile nazionale e un orgoglio per i cattolici pakistani, è deceduta il 20 luglio scorso a causa del Coronavirus mentre assisteva 21 ragazzi a loro volta malati di Covid-19.
Con le persone da lei curate ha trascorso 51 anni di servizio personale, materno e devoto anche nei compiti più umili come pulirle, lavarle, cambiare loro i pannolini. È stata definita la “Madre Teresa” del Pakistan.
A lei andrà (simbolicamente), per volere del governo di Karachi, il premio “Sitara-e-Imtiaz” (Civil Award). Si tratta di uno dei premi civili più importanti per il Pakistan, assegnato dal presidente ai cittadini che si sono distinti per il loro nobili valori.
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