CAMPANIA – POMPEI – “La conversione e la conoscenza di Cristo”: sono stati i due temi al centro dell’omelia del cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il Clero, che stamattina a Pompei ha presieduto la Messa e la Supplica alla Madonna del Rosario. “Convertirsi è un lasciarsi alle spalle le macerie che ogni tanto accumuliamo nel corso della vita e che restano lì, a ricordarci la nostra storia e il nostro cammino, fatto di scelte indovinate ma anche di cadute, per rivolgere finalmente e definitivamente lo sguardo a Cristo, quale punto di riferimento e di sicuro orientamento”. La conversione a Cristo “apre alla vita una mèta verso la quale camminare, convogliando verso questa i nostri ‘talenti’ e le energie sino ad allora disperse nei rivoli di tanti sentieri, che spesso deludono le aspettative e causano sofferenza, come è accaduto al beato Bartolo Longo. Così ci accorgiamo di non essere soli, ma di poter percorrere la nuova via dietro all’unico Buon Pastore, insieme ai tanti fratelli ricevuti in dono”. Ma, “per poter amare e seguire Gesù, è necessario che impariamo a conoscerlo sempre meglio”. “Mi piace pensare alla preghiera del Rosario come a un dolce colloquio con Maria, incentrato sulla persona di Gesù, sulla sua vita, sul suo ministero terreno e sulla sua ‘sorte’ eterna, della quale ci ha fatti partecipi”, ha osservato il cardinale Stella. Pregare il Rosario, allora, è “studiare i misteri della vita di Gesù con l’intelligenza della fede, con quella umile sensibilità cristiana che appartiene al popolo di Dio”. Il Gesù che impariamo a conoscere e amare alla “scuola” di Maria, attraverso la preghiera quotidiana del Rosario, è “il dono più prezioso che abbiamo da portare al mondo, soprattutto alle nostre famiglie, nelle quali ognuno di noi è chiamato a seminare il Vangelo”. Con il Rosario, quindi, “anche chi resta a casa propria, può partecipare alla missione evangelizzatrice della Chiesa, essere missionario e visitare nella preghiera ogni angolo del mondo, farsi prossimo con essa alle sofferenze di ogni uomo, perché ogni ferita sia fasciata dall’amore misericordioso di Dio. La Chiesa in uscita, desiderata e testimoniata dal Santo Padre, ci riguarda tutti e può efficacemente realizzarsi anche tramite la preghiera del Rosario, alla quale perciò è bello restare fedeli”. Fonte: Agensir