RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO GIOVEDI’ – Il brano che oggi la liturgia pone alla nostra meditazione possiamo classificarlo inutile. Riflettere su di esso è vera perdita tempo. Nessuno si scandalizzi. Nessuno si stracci le vesti. Nessuno si cosparga il capo di cenere in segno di lutto per aver dichiarato inutile una pagina di Vangelo, o meglio una Parola di Gesù Signore. Noi lo sappiamo. Tutte le sue parole sono verità, giustizia, santità. Tutto il Vangelo è vita eterna per noi. In ogni sua frase è tracciato il cammino della nostra obbedienza.
Allora perché lo si può classificare come inutile, vano? Perché oggi serpeggia nella Chiesa la più triste delle eresie, la più nera, la più diabolica, la più infernale. Oggi da buona parte del mondo dell’intelligenza teologica si insegna e si predica che tutti siamo salvi, indipendentemente dalla conversione, dal nostro ritorno a Dio, dalla vita moralmente sana, conforme alla verità rivelata che si vive. Uno può vivere da disonesto, ladro, adultero, avaro, empio, idolatra e alla fine avrà ugualmente in eredità la vita eterna. Per queste menti elevate e meno elevate nella scienza teologica, il paradiso è un dono del Signore. Esso non è più ritenuto un dono e un frutto.
Non essendo più neanche un frutto della risposta di fede alla Parola del Signore, non solo questa pagina viene a perdere il suo valore di rivelazione e di verità, ma tutto il Vangelo è privato dell’obbedienza ad esso dovuta. A volte un solo principio errato che si introduce nella nostra fede, turba, guasta, manda in malora tutta la rivelazione. La nostra fede è un apparato di altissima logica soprannaturale. È un sistema divino in cui ogni verità diviene forza e principio di ogni altra verità. Se una sola verità viene eliminata, tutto il sistema crolla, viene vanificato, si fa illogico, incomprensibile. Una sola Parola di Cristo Gesù è luce per tutte le altre parole della Scrittura, del Vangelo. Abrogata questa Parola, le altre divengono insignificanti. Non hanno alcun senso.
Perché dobbiamo vigilare, stare attenti, prestare ogni cura alla nostra elevazione morale e spirituale? Perché dobbiamo osservare tutta la Parola, tutto il Vangelo? Perché dobbiamo mettere ogni impegno a camminare nella verità che Cristo Gesù ci ha rivelato? Perché al momento stesso della nostra morte viene il giudizio. Compariremo dinanzi al cospetto di Dio per essere valutati in base alle nostre opere di bene e di male. Se saremo stati trovati fedeli, andremo con Lui in Paradiso. Se invece il Signore ci troverà mancanti, per noi il posto sarà nell’inferno, tra i tormenti. Se però come insegnano molte menti illuminate oggi, non vi è alcuna condanna eterna, allora a che serve vigilare, essere attenti, camminare nella verità? A nulla.
Lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti. È questa parola che oggi da molti è stata abolita. Senza questa parola, tutto diviene inutile. Anche la stessa vita cristiana diviene senza senso. Tutto il Vangelo evapora nel non significato. Bene e male non producono un frutto eterno. Alla fine vi sarà solo il bene che trionferà e la misericordia del Signore abbraccerà tutti. Urge convertirsi alla verità rivelata. È necessario che il Vangelo venga confessato e creduto come la sola ed unica parola di rivelazione sul nostro futuro eterno. Esiste il Paradiso ed esiste l’inferno ed essi sono eterni. Sono però anche il frutto delle nostre opere di bene e di male.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in Gesù. a cura del Movimento Apostolico