Sono in tutto 3000 i nuovi insediamenti previsti dal governo: il ministro delle Politiche abitative, Uri Ariel, ha annunciato di aver indetto gare d’appalto per la costruzione di 1500 case, mentre il premier Benjamin Netanyahu ha dato il via libera alla pianificazione di altre 1500. Secondo la stampa locale, l’annuncio riguarda 7 insediamenti in Cisgiordania, comprese alcune aree annesse da Israele a Gerusalemme dopo la guerra del 1967.
Da parte palestinese, il presidente Mahmoud Abbas ha annunciato una “risposta senza precedenti” all’iniziativa israeliana, ma reazioni alla decisione sono arrivate anche dalla comunità internazionale: “molto preoccupato” si è detto il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon che ha chiesto a Israele di “congelare” la costruzione di nuovi insediamenti. Secondo l’Unione Europea, le costruzioni previste “non aiutano la pace”, e anche il Dipartimento di Stato Usa ha parlato di “azione controproducente”.
Critiche a Netanyahu sono arrivate anche dall’opposizione parlamentare laburista e dallo stesso ministro della giustizia Tzipi Livni, che ha parlato di un “errore politico”. Di Redazione Papaboys fonte Radio Vaticana.
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