Nel sud della Nigeria in migliaia sono scesi nelle strade, ieri a Port Harcourt, centro petrolifero, per protestare contro la presunta uccisione di attivisti e per denunciare brogli durante la seconda giornata elettorale per le presidenziali e le legislative. Le elezioni infatti non si sono concluse nella giornata di sabato per problemi tecnici. E durante tutte le operazioni di voto sono proseguiti i combattimenti nel nord est tra miliziani integralisti Boko Haram e soldati governativi. Il servizio di Giulio Albanese
Le operazioni di voto si sono concluse solo nella tarda serata di ieri, in Nigeria, a causa dei problemi con le macchine biometriche, introdotte per la prima volta nel Paese, in teoria per facilitare la registrazione dei votanti, salvo poi complicarla. Quindi bisognerà attendere ancora prima di capire se Goodluck Jonathan, presidente uscente, ce la farà ad essere riconfermato, oppure, come indicavano i sondaggi, a spuntarla sarà l’ex militare Muhammadu Buhari. La Commissione elettorale indipendente ha comunicato che solamente in 2 dei 36 Stati è avvenuto l’intero spoglio dei voti e che le operazioni riprenderanno oggi alle ore 12, mettendo a tacere così alcune voci che avrebbero dato l’attuale presidente in vantaggio in almeno 23 Stati. A gettare ulteriore benzina sul fuoco la notizia secondo cui il fratello del candidato presidente dell’opposizione sarebbe stato sequestrato da un membro del partito al governo. Purtroppo la tensione è alta nel Paese: si sono, infatti, verificati numerosi scontri in varie zone, con vittime, risse tra esponenti dei due partiti che si contendono la vittoria e casi di brogli elettorali.
Fonte. Radio Vaticana