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#PrayingForItaly Simone, Marisol e gli altri bimbi inghiottiti nel boato della notte

Fate e supereroi ingoiati da un mostro nero. Infido e silenzioso come un ladro in una notte di fine agosto. È piombato sulle case addormentate e sui sogni dei bambini. Leone, Samuele, Marisol. E tanti altri. Ancora senza nome. Piccole vittime o miracolati dalla catastrofe che ha cancellato come castelli di sabbia pezzi di un’Italia da cartolina. Arrampicata nei borghi di coppi antichi e ora ridotta in briciole.

Terremoto in centro Italia

Bambole inermi coperte di polvere e calcinacci. La più piccola tirata fuori senza vita da quell’inferno di pietre aveva solo 18 mesi. Marisol Piermarini dormiva serena nel suo lettino ad Arquata del Tronto. Con lei c’erano il papà Massimiliano e Martina: si sono salvati. La mamma scampata al terremoto dell’Aquila, la sua città, nel 2009. Una giovane donna segnata da un destino crudele. Aveva deciso di trasferirsi ad Ascoli dopo la terribile esperienza. E ora un altro terremoto le ha strappato il cuore.

E poi ci sono Simone e Andrea. Sette anni appena. Gemelli per sempre. Anche nella morte. Ad Accumoli, un altro dei centri distrutti dal sisma, Riccardo otto anni e Stefano, otto mesi, sono morti sepolti dal campanile della chiesa che sorgeva proprio accanto alla casa in cui vivevano con Andrea e Graziella. La mamma e il papà, trovati stretti in un ultimo disperato abbraccio.
Lacrime e lamenti hanno guidato senza sosta il fiuto dei cani da ricerca. E le braccia dei soccorritori. Rabbia. Dolore. E speranza di riuscire a salvare ancora qualcuno. Scavando. In silenzio. Perché quelle flebili voci che paiono arrivare dall’oltretomba, non vadano confuse con i rumori di superficie. Si cerca ancora un bambino di 11 anni rimasto sotto le macerie della sua casa ad Amatrice. Il piccolo ha chiesto aiuto e pare sia riuscito a mandare un sms con il cellulare al padre. Ma quel tenue filo di vita ad un tratto si spezza.

Aveva quattro anni il bimbo tirato fuori da una casa in pezzi. Per lui una corsa disperata all’ospedale di Ascoli Piceno dove era arrivato con 50 feriti da Amatrice. Ma non ce l’ha fatta. Stessa sorte per una bambina di due anni. Leonardo e Ludovica, invece, avevano 13 e 9 anni. Erano in vacanza ad Amatrice con il papà morto tra le macerie insieme a loro. E la mamma unica sopravvissuta.

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E poi ci sono i miracolati. Una piccola di meno di dieci anni, Giorgia, con i capelli raccolti in una lunga coda e il pigiamino. Viene estratta viva tra applausi e gioia dopo essere rimasta sepolta per 17 ore. Cinge con il braccino il collo del suo soccorritore. Non fa un fiato. Ma negli occhi ha il terrore di chi ha visto la morte in faccia. Ed è riuscita a sfuggirle.

Leone e Samuele invece hanno 6 e 4 anni. E un angelo speciale: la loro nonna Vitaliana. E’ stata lei a salvargli la vita. Quando è venuto giù il finimondo nella casa di Pescara del Tronto, la frazione di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno completamente distrutta, la donna non si è persa d’animo. E li ha infilati sotto il letto. Facendo da scudo con il corpo al più piccino. Anche lei ce l’ha fatta. Il nonno invece no.

E un altro bimbo di sei mesi appena, capelli rossi e lentiggini, se ne sta in braccio all’agente di Polizia. Gioca con la collanina. E ancora non sa che deve la sua vita a quella della madre morta per proteggerlo dal crollo. Ha riportato fratture multiple ed è ricoverato ad Ancona, Andrea. Ha 14 anni. Studente del liceo scientifico a Roma anche lui in visita ai nonni mentre i genitori erano rimasti nella capitale. Ora bisognerà pensare ai piccoli sopravvissuti. E a come gestire i postumi del trauma.




Redazione Papaboys (Fonte www.ilmattino.it)

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