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Terremoto: viaggio nel borgo di Preci, duramente colpito dal sisma

Tra i comuni più colpiti dalla scossa sismica del 30 ottobre scorso c’è Preci, in provincia di Perugia. Qui, l’abbazia benedettina di Sant’Eutizio, fra i centri spirituali più importanti della storia del monachesimo, è stata gravemente danneggiata. Il servizio è dell’inviato Fabio Colagrande per la Radio Vaticana

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Solo nell’agosto scorso, Preci, piccolo centro della Val Castoriana, aveva ricevuto la bandiera che spetta ai borghi più belli d’Italia. Oggi, dopo le scosse di fine ottobre, è un paese fantasma, abitato solo dai Vigili del fuoco e dagli uomini della Protezione Civile, in una valle dove molte strade sono ormai chiuse. Dei 750 abitanti ne sono rimasti solo 200 perché gli edifici sono per la maggioranza inagibili e la messa in sicurezza è per ora impossibile per i rischi legati al perdurare dello sciame sismico.


Negli ultimi 40 anni tre terremoti – nel ’79, nel ’97 e oggi nel 2016, sempre di magnitudo crescente – hanno martoriato questa terra umbra ai confini con le Marche, che solo grazie al coraggio e alla tenacia della sua gente non si è completamente spopolata. Borgo di origini medievali, tra il ’400 e il ’600 noto per la sua scuola di chirurgia, oggi zona dove si stagiona l’80 per cento del prosciutto IGP di Norcia, Preci è un centro turistico soprattutto grazie all’Abbazia di Sant’Eutizio.




Centro spirituale creato dai monaci siriani nel V secolo, poi divenuto una delle abbazie benedettine più celebri nella zona, punto di riferimento spirituale, sociale e culturale. Il crollo del suo campanile e del cimitero hanno duramente colpito la gente di Preci, come spiega commosso il parroco, don Luciano Avenati, ma nessuno vuole lasciare questa terra. L’incoraggiamento del cardinale Bagnasco, ieri, ha rafforzato la volontà dei preciani di resistere e ricostruire, ma la prova oggi sembra più dura delle precedenti. Servirà non lasciare sola questa gente, che rappresenta una delle ricchezze del patrimonio italiano.



Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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