Tantissima gente, lacrime e commozione oggi a Basano del Grappa per l’addio a Luca Russo, “il piccolo principe” – come l’ha voluto ricordare la fidanzata, Marta – ucciso dai terroristi islamici il 17 agosto scorso a Barcellona, assieme a Bruno Gulotta e altre 12 persone.
Una cerimonia carica di emozione, soprattutto per la presenza nella chiesa di San Francesco di Marta Scomazzon, la fidanzata 21enne del giovane, scampata all’attentato ma con ancora ben visibili i segni del furgone della morte: una serie di fratture agli arti che l’hanno costretta a presenziare su una sedia a rotelle, dopo essere giunta in ambulanza dall’ospedale di Bassano.
Oltre mille persone hanno preso parte alle esequie – non solenni, come voluto dai familiari – ed altre centinaia hanno atteso nel sagrato e in piazza Garibaldi per tributare un lunghissimo applauso al feretro ricoperto dal tricolore, sul quale la sorella di Luca, Chiara, ha deposto infine una grande corona di fiori gialli. Per il governo era presente il vice ministro Filippo Bubbico, per la Regione Veneto il presidente Luca Zaia, la città è stata rappresentata dal sindaco Riccardo Poletto. In chiesa anche una bandiera del Torino Calcio, squadra di cui il 25enne era tifoso. Una tragedia, quella di Russo, che ha toccato ancora una volta il Veneto, regione che aveva già pagato l’alto prezzo della prima vittima italiana del terrorismo Isis, nel 2015, con Valeria Solesin. “Se ne sono andati due grandi figli del Veneto, Luca e Valeria” ha infatti sottolineato Zaia.
“Non dobbiamo abbandonarci alla paura e tantomeno rassegnarci o, peggio ancora, assuefarci a questi vili atti di terrorismo!” ha detto nell’omelia il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol, evidenziando come sia “incomprensibile che qualcuno possa arrivare ad uccidere in nome di una religione, in nome di Dio”.
“Allora – ha aggiunto – si comprende molto bene il significato del grido di migliaia di persone in piazza Catalunya: ‘non ho paura!'”.
Poi il momento più toccante della cerimonia, quando il microfono è passato nelle mani della giovane Marta, la quale ha citato un passo dal libro più caro regalatole da Luca, ‘Il Piccolo Principe’ di Antoine Saint-Exupèry, metafora della vita, che esprime un grande messaggio di tolleranza e amore. Marta ha letto alcune righe del capitolo finale, nel quale Il Piccolo Principe sa di dover morire per tornare sul suo pianeta, e diventare una stella. “Questo è il ricordo del ‘piccolo principe’ – ha detto Marta – In realtà Luca era il mio piccolo-grande principe. Spero che guardando le stelle vi ricordiate di lui. Mi auguro che possiate provare almeno metà delle emozioni che mi ha trasmesso nell’anno e mezzo in cui siamo stati assieme”.
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