Terrorismo. Europa si interroga su chiusura frontiere

Come misura antiterrorismo l’Europa si interroga sulla revisione del trattato di Schengen sulla libera circolazione dei paesi membri. Aperture in tal senso sono state espresse da Francia e Spagna.

“L’accordo non è in discussione – secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel –  è “importante” che attraverso Schengen “si scambino le informazioni”. Sulla stessa linea l’Italia che dice no a passi indietro. Ad oggi i paesi aderenti a Schengen sono 29.

Spagna e Francia per revisione Schengen

La possibilità di sospendere o rivedere l’accordo di Schengen, con il ripristino dei controlli alle frontiere, divide l’Europa. A fronte dell’alta probabilità di nuovi attentati di terroristi islamici, paventata dai servizi segreti, Spagna e Francia chiedono una messa in discussione del trattato a cui hanno aderito ormai 29 stati europei e firmato nell’85 nella cittadina sudorientale del Lussemburgo. Bruno Nascimbene

, docente di diritto dell’Unione Europea all’Università di Milano ai microfoni della Radio Vaticana:

R. – L’importanza di Schengen è storica nell’ambito della realizzazione degli scopi, degli obiettivi dell’Unione Europea: libertà di circolazione delle persone all’interno  dello spazio Schengen e quindi controlli  – che restano – all’esterno dell’area perché la frontiera esterna è unica. Le perplessità che sono state manifestate di recente sono certamente giustificate, perché gli eventi sono assolutamente tragici.

Schengen già sospeso in casi particolari

D. – Quindi potrebbe trattarsi, vista la contingenza, di una misura utile e non sarebbe una novità. Già in passato Schengen è stato sospeso in talune circostanze…

R. – E’ vero, in talune circostanze è stato sospeso. Una la ricordo in modo particolare, perché riguardava l’Italia. Queste misure di controllo alle frontiere, infatti, sono state ripristinate quando si è tenuto il G8 a Genova e alla frontiera italiana venivano fatti dei controlli, che normalmente non vengono fatti, se non in casi eccezionali e per determinati periodi di tempo. Alla luce degli eventi che si sono verificati, dunque, non c’è dubbio che possano essere ripristinati dei controlli.

Difendere diritti persone

D. – Chi critica una eventuale sospensione o revisione parla di un passo indietro nelle politiche comunitarie dell’Unione Europea…

R. – Se fosse in misura assoluta – una revisione vera e propria – direi che sarebbe assolutamente sconsigliabile e non solo, difficile, perché significherebbe fare una revisione dei trattati esistenti, significherebbe quindi modificare il diritto dell’Unione Europea. Ripristinare delle misure di controllo ai confini e per una durata determinata è senz’altro possibile. Ma, soprattutto, credo che in un momento come questo è necessario che sia l’Unione Europea ad avere una reazione comune. La divisione all’interno dell’Unione Europea, di fronte a tragici eventi, come quelli che si sono verificati, sarebbe un grave segno di debolezza. Quello che non è auspicabile, quindi, è veramente una manifestazione a voci distinte. Qui si tratta di difendere i diritti delle persone, i diritti fondamentali, la vita. Un atteggiamento comune è imprescindibile.

Il servizio è di Paolo Ondarza.

Qui il link con il servizio audio originale

http://it.radiovaticana.va/news/2015/01/12/terrorismo_europa_divisa_sulla_chiusura_delle_frontiere/1117888

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