La storia di padre Clint, un sacerdote che non si arrende
La bellissima storia di padre Clint Ressler, prete cattolico di Texas City, della chiesa di St. Mary of the Miraculous Medal che, dall’inizio del lockdown negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, a seguito della diffusione del Coronavirus, raggiunge i suoi fedeli direttamente nelle loro abitazioni. Con le chiese chiuse e l’impossibilità di partecipare alla messa, non è facile tenere unita la propria comunità, di qui l’iniziativa di padre Ressler di vistare le case per portare la parola di Dio, un po’ di conforto e, all’occorrenza, come per la Domenica delle palme, un ramoscello di palma benedetto. “Mi piace, posso vedere tutti”, spiega padre Clint, “posso uscire di casa, stare lontano dal computer per un po’ di tempo, vedere come stanno le persone”.
Benedizioni a domicilio, ma con attenzione alle regole
Padre Ressler è molto scrupoloso, durante le visite si attiene alle raccomandazioni sanitarie, mantiene la distanza sociale, non stringe le mani, indossa la mascherina, ma la sua presenza è sufficiente per infondere un senso di pace nei fedeli e per far nascere un sorriso sul volto di lui, mentre percorre altre miglia per raggiungere la fermata successiva. Insomma, se la chiesa resta il principale luogo di incontro con Dio, padre Ressler regala un’opportunità per ritrovarLo anche in altro modo.
Ho visitato oltre 300 case
“Ho visitato oltre 300 case, mi parlano di quanto sia difficile per loro questo momento – racconta il parroco a Vatican News – di quanto sia pesante sia restare nelle case, sia andare a lavorare fuori, è brutto vivere con la paura”. Gli Stati Uniti restano, in termini assoluti, il Paese più colpito dal coronavirus, per decessi e per numero di contagi ufficiali.
Nello Stato del Texas finora si contano circa 600 morti, a fronte di 22mila contagi confermati. A soffrire di più, come ovunque nel mondo, sono le famiglie più povere, che ogni giorno devono sopravvivere al virus, ma anche alla mancanza di cibo e di beni essenziali. “Ci sono tante famiglie ispaniche – continua padre Ressler – che hanno difficoltà a ricevere assistenza, fortuna che abbiamo la società san Vincenzo De Paoli che aiuta tanto!”
Andare nelle case significa portare loro la presenza di Dio
Questa esperienza è molto importante anche per lo stesso padre Clint, che così incontra “Gesù nel volto di queste persone”. “Certo, le tecnologie, i mezzi elettronici, sono importanti, i parrocchiani apprezzano la messa e altri messaggi via internet, ma il contatto diretto, pregare con loro, ricevere direttamente la benedizione, mi sembra importantissimo. Andare da loro ogni giorno mi permette di vedere che c’è tanta gioia sui loro volti, anche perché la presenza del sacerdote è la presenza di Dio, la presenza della Chiesa, in quell’istante Dio ha visitato la loro casa nella persona del parroco”.
La pandemia chiede alla Chiesa di uscire per incontrare i fedeli
Padre Clint altro non ha fatto che far rivivere un’antica tradizione texana: era il XVIII secolo quando, nelle fattorie e nei ranch, il sacerdote arrivava a cavallo per incontrare i fedeli. “Io non ho un cavallo, ma una bicicletta, e va bene così!”.
L’idea di raggiungere i suoi parrocchiani a casa l’ha avuta lui, ma il lavoro è di squadra, collaboratori e collaboratici pastorali lo supportano nell’organizzazione, nel prendere gli appuntamenti. “Per tutti noi è importante il messaggio che il Papa dona come pastore universale. Questo è un momento che segna per la Chiesa una chiamata a non rimanere in casa, ma ad andare nelle strade a incontrare la gente, con tutte le precauzioni. Possiamo tutti amare il prossimo, possiamo tutti sentire il dolore e le sofferenze del prossimo, possiamo tutti essere discepoli missionari, questo è il momento di essere la presenza di Gesù, gli uni per gli altri”.
Fonte Vatican News – Francesca Sabatinelli