Sono circa 350 i cristiani rapiti dai miliziani dello Stato Islamico e almeno 15 di loro sono stati uccisi mentre difendevano i loro villaggi. E’ quanto conferma l’Archimandita Emanuel Youkhana tramite l’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre. Si teme per annunciate esecuzioni sommarie.
Il bilancio dell’avanzata dei jihadisti del sedicente Stato Islamico nella regione di al-Hassake, nel nord est della Siria, è di circa 350 cristiani rapiti e 15 uccisi mentre tentavano di difendere famiglie e villaggi.
Numeri riferiti dall’Archimandita Emanuel Youkhana ad Aiuto alla Chiesa che Soffre. Sempre secondo il religioso, nei 35 villaggi cristiano-assiri della regione non è rimasto più nessuno. “Le famiglie sfollate – afferma – sono 800 ad Hassake e 175 nel Qamishli”. Si contano infatti almeno 3000 persone in fuga. Un’altra fonte, non confermata, riferisce poi che si prepara, per oggi, un’esecuzione di massa degli ostaggi.
E mentre proseguono gli appelli da tutto il mondo per la liberazione dei cristiani, cresce lo sdegno anche per le immagini diffuse ieri della distruzione dei reperti di epoca assira al museo di Mosul. Intanto velata dalla Bbc l’identità di ‘Jihadi John’, il boia dell’Is comparso in diversi video di esecuzioni di ostaggi, si chiama Mohamed Emwazi, ha 27 anni, è di Londra ed e laureato in informatica.
Una vita cambiata dalla jihad come quella delle almeno 40 donne australiane partite per la Siria e l’Iraq per offrirsi spose ai terroristi. di Marco Guerra per la Radio Vaticana