Colpi di arma da fuoco riecheggiano tra le colonne del Bernini. È il 13 maggio 1981. Giovanni Paolo II è raggiunto da due proiettili, uno dei quali lo ferisce gravemente al ventre. A sparare contro il Papa è un terrorista turco, Mehmet Ali Agca,un killer professionista, che si vantava di non avere mai fallito nell’esecuzione degli assassinii a lui affidati, che viene arrestato mentre tenta di fuggire…
il 13 maggio è lo stesso della prima apparizione della Madonna di Fatima,Portogallo nel 1917. Diventa ancora più significativo se si pensa che a bloccare il terrorista, a due passi da San Pietro, è una suora che si chiama Lucia. Come l’ultima pastorella a cui apparve la Vergine a Cova de Iria !
Questi due avvenimenti sono stati tra loro connessi dallo stesso S.Giovanni Paolo II, che attribuì la sua salvezza ad un intervento della Madonna di Fatima, alla quale offrì la pallottola ,miracolosamente deviata, in segno di gratitudine.
Due spari in rapida successione in Piazza S. Pietro. Sono le 17,17 del 13 maggio 1981. Il Papa ha appena abbracciato una bambina dai boccoli d’oro e si chiama Sara Bartoli. Fa ancora pochi metri sulla jeep bianca scoperta e si accascia colpito all’addome. A poca distanza un turco, che ha preso la mira: Mehmet Ali Agca, 23 anni, è convinto di averlo ucciso.
Agca è un terrorista professionista, noto alle polizie di mezzo mondo. È lì per assassinare il primo Papa in epoca moderna, vuole passare alla storia anche se, dietro di lui, c’è una trama di connivenze, aiuti dei servizi segreti dell’Est fiancheggiatori della peggior specie, pronti a vendersi l’anima a chi paga di più. Agca impugna una “Browning” calibro 9. Spara con precisione. Ma avviene il miracolo. Le pallottole trapassano il corpo del Papa ma non ledono gli organi vitali. Più tardi dirà: “Una mano ha premuto il grilletto, un’altra mano materna ha deviato lo traiettoria del proiettile. E il Papa agonizzante si è fermato sulla soglia della morte”. Giovanni Paolo Il è convinto che sia stata la Madonna a salvarlo: il 13 maggio è il giorno della prima apparizione della Vergine di Fatima nel 1917 ai pastorelli. Sabato 16 maggio registra, in sala di rianimazione al Policlinico Gemelli, la preghiera domenicale. La voce affaticata del Papa ferito viene diffusa domenica 17 maggio: “Prego per il fratello che mi ha colpito, al quale ho sinceramente perdonato. Unito a Cristo, sacerdote e vittima, offro le mie sofferenze per lo Chiesa e il mondo”. Il segno del sangue modifica anche la popolarità già immensa di questo Papa e lo fa come lievitare, immettendovi un elemento di maggiore profondità. Nella sofferenza si innesta la grazia della redenzione. Il dolore che salva. Il 13 maggio 2000 il Papa permette che si tolga il velo al segreto del secolo, alla “Terza parte del Segreto di Fatima”.
Quel “vescovo vestito di bianco che cammina fra i cadaveri dei carbonizzati e giunge ai piedi di una grande croce e cade a terra morto colpito da frecce e armi da da fuoco” SECONDO SUOR LUCIA E’ PROPRIO GIOVANNI PAOLO II!
S.Giovanni Paolo II e Suor Lucia
Una profezia che accompagna le inchieste giudiziarie. Seguendo la “pista bulgara” si trovano i complici come Oral Celik, Omer Ay, Sedat Kadem. Un intrigo internazionale dai contorni ambigui e velenosi.
ATTO DI AFFIDAMENTO DELL’UMANITA’ ALLA MADONNA DI FATIMA,S. Giovanni Paolo II,San Pietro 1984
“TOTUS TUUS ” era il motto di S.Giovanni Paolo II. Secondo quanto scrisse nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, egli trasse il motto dalla preghiera di consacrazione a Maria,presente nel Trattato della vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria Grignion de Montfort. Il testo completo della preghiera in latino è: “Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt. […] Accipio te in mea omnia, praebe mihi cor tuum, o Maria” (“Sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio è tuo. […] Ti accolgo in tutto me stesso, offrimi il cuore tuo, Maria). Riferì di aver conosciuto questo trattato quando era un giovane seminarista, e che “lo leggeva e rileggeva con grande profitto spirituale”.
Wojtyla, da sempre, ha vissuto con fede e stupore il suo essere figlio di Maria. “Mentre pregava – raccontò don Jarek Cielecki, sacerdote polacco nato nella parrocchia di Niegowic, dove Giovanni Paolo II fu viceparroco dopo l’ordinazione – i suoi occhi sembravano guardare qualcosa, non erano vagamente persi nel vuoto com’è il nostro sguardo mentre preghiamo. E poi mi hanno riferito che quando succedeva qualcosa, lui andava davanti all’altare o davanti al quadro dell’Assunta e parlava… Proprio come se stesse parlando con una persona presente che aveva di fronte”.
Un prelato della Curia, in un colloquio con alcuni giornalisti, disse: “Sappiamo bene che la Madonna parla al Papa anche se lui non va a dirlo in giro… Lui obbedisce solo alla Madonna, fa solo quello che gli dice lei”. Il cardinal Deskur, amico e compagno di seminario del Pontefice polacco, andò in Portogallo e visitò suor Lucia di Fatima. Alla fine dell’incontro le chiese se doveva portare un messaggio al Santo Padre da parte della Madonna. Lucia rispose: “No, no, ci penserà la Madonna stessa”.
Il segretario di Giovanni Paolo II, Stanislaw Dziwisz, scrisse che quando pregava, il Papa “dava l’impressione che stesse parlando con l’Invisibile”. “Parlava” con Gesù e la Vergine. La stretta relazione con la Vergine Maria segnò tutto il pontificato di San Giovanni Paolo II, tanto da far incastonare la pallottola che lo colpì al ventre nella corona della statua della Madonna conservata a Fatima. Un invisibile filo rosso sembra legare Wojtyla a Bergoglio. Con queste parole Papa Francesco concluse la sua meditazione su Maria, tenuta in piazza San Pietro al cospetto della statua della Madonna di Fatima: “Il cammino della fede passa attraverso la Croce e Maria l’ha capito fin dall’inizio, quando Erode voleva uccidere Gesù appena nato. Questa Croce è diventata più profonda quando Gesù è stato rifiutato: allora la fede di Maria ha affrontato l’incomprensione e il disprezzo; quando è arrivata l’ora di Gesù, l’ora della passione: allora la fede di Maria è stata la fiammella nella notte”.
Come Wojtyla, anche l’attuale Papa, nel suo stemma vescovile e cardinalizio, ha unriferimento alla Madre di Dio: una stella, simbolo della madre di Cristo e della Chiesa. Anche se devotissimo alle icone “sudamericane” della Vergine è ad Augusta, in Germania, che Bergoglio scopre l’immagine che caratterizzerà il suo culto mariano: LA MADONNA CHE SCIOGLIE I NODI . La tela raffigura Maria che schiaccia la testa al serpente mentre con le mani scioglie i nodi in un nastro (simbolo di unione coniugale) sorretto da due angeli.Decide di introdurre questa immagine in Argentina e nel 1996 ne incorona una riproduzione nella chiesa di San José del Talar a Buenos Aires.
Eletto Papa, Francesco affida subito il pontificato alla protezione della Madonna, al suo “sguardo materno. All’indomani della sua elezione, si reca nella basilica di Santa Maria Maggiore per offrire alla Salus Populi Romani, protettrice di Roma, un omaggio floreale. Da quel giorno, non c’è viaggio o evento senza il saluto e la preghiera di Francesco al quadro della Madonna (attribuito dalla tradizione a san Luca) nella cappella Paolina della basilica.
Come Giovanni Paolo II, anche Papa Francesco sente un profondo legame con la Vergine di Fatima, tanto da consacrare il mondo al Cuore Immacolato della Madonna di Fatima. Nell’aprile del 2015, ai microfoni della Radio Vaticana disse: “Se Dio mi darà vita e salute, voglio andare alla Cova da Iria tra due anni”, quando tutto il Portogallo celebrerà il centenario delle apparizioni. Papa Francesco sarebbe il quarto pontefice a visitare il santuario dopo Paolo VI (1967), Giovanni Paolo II (1982, 1991 e 2000) e Benedetto XVI (2010).
Francesco, nelle sue omelie e nei suoi discorsi, ha più volte ricordato che Maria è la Madre di tutti i cristiani e questi non possono fare a meno di lei. Ascoltando chi dice di non aver bisogno della Madonna, ha commentato: “Poveri orfani…”. In un’altra omelia, disse: “Per fare il test di una vocazione cristiana giusta bisogna domandarsi: come va il mio rapporto con le due madri che ho, la Madre Chiesa e la Madre Maria? Questo non è un pensiero di pietà. No: è teologia pura”.
PREGHIERA DI AFFIDAMENTO E DI CONSACRAZIONE DELL’ UMANITA’ ALLA MADONNA DI FATIMA
Affidandoti, o Madre,il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, ti affidiamo anche la stessa consacrazione per il mondo,mettendola nel tuo Cuore materno.
Oh, Cuore Immacolato!
Aiutaci a vincere la minaccia del male,
che così facilmente si radica
nei cuori degli stessi uomini d’oggi
e che nei suoi effetti incommensurabili
già grava sulla nostra contemporaneità
e sembra chiudere le vie verso il futuro!
Dalla fame e dalla guerra, liberaci!
Dalla guerra nucleare,
da una autodistruzione incalcolabile,
da ogni genere di guerra, liberaci!
Dai peccati contro la vita dell’uomo sin dai suoi albori, liberaci!
Dall’odio e dall’avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci! Da ogni genere di ingiustizia nella vita sociale, nazionale e internazionale,liberaci!
Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci! Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! liberaci!
Accogli, o Madre di Cristo, questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! Carico della sofferenza di intere società!
Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo l’infinita potenza dell’Amore misericordioso! Che esso fermi il male! Trasformi le coscienze! Nel tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza!
Redazione
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