Debora Donnini-Città del Vaticano
Nel Santuario di Santa Maria delle Grazie il Papa venererà il corpo di Padre Pio, che si trova qui momentaneamente, e il crocifisso di legno davanti al quale cento anni fa ricevette le stigmate permanenti. Questo sarà uno dei momenti forti della tappa a San Giovanni Rotondo, sottolinea nell’intervista Stefano Campanella, direttore di Tele Radio Padre Pio e capo Ufficio Stampa della Provincia religiosa “Sant’Angelo e Padre Pio” dei Frati Minori Cappuccini, che ha recentemente pubblicato il libro “I tre Misteri della morte di Padre Pio”, per le Edizioni San Paolo ed Edizioni Padre Pio da Pietrelcina:
Questa visita di Francesco ha al suo centro le stimmate. Come Padre Pio ha vissuto le stimmate?
R. – Tutto parte dal momento in cui Padre Pio fu ordinato sacerdote, il 10 agosto 1910. In quell’occasione preparò un’immaginetta-ricordo in cui scrisse di suo pugno che voleva essere come Gesù: sacerdote santo e vittima perfetta. Poi, dalle sue lettere scopriamo che egli aveva fatto più volte al Signore l’offerta di se stesso per ottenere la conversione dei peccatori e la purificazione della anime del Purgatorio. Poche settimane dopo questa offerta di sé, il Signore gli rispose a Pietrelcina, esattamente nella contrada Piana Romana che verrà visitata dal Papa, mentre era in preghiera sotto un olmo, attraverso il dono delle stimmate. Poi, siccome egli rimase confuso da questi segni visibili, chiese al Signore di far scomparire i segni visibili e di lasciare soltanto il dolore. Così avvenne per alcuni anni. Poi il 20 settembre del 1918 le stimmate tornarono nuovamente visibili e rimasero permanenti per tutto il corso della sua vita; scomparirono gradualmente gli ultimi mesi prima della sua morte. Quando fu fatta l’ispezione sul corpo di Padre Pio, subito dopo il decesso, il medico curante di Padre Pio che era anche il sindaco di Pietrelcina, il profossor Sala, notò che le stimmate erano completamente scomparse senza lasciare alcuna traccia di cicatrice. Questo, secondo la scienza, è definito un assurdo fisiopatologico.
A proposito delle stimmate di Padre Pio, su questo aspetto si sono soffermati sia San Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI, parlando proprio dell’offerta di sé che fece Padre Pio, della somiglianza a Cristo. Alcune voci nel passato, però, hanno manifestato perplessità. Lei ha avuto modo di studiare a fondo la questione. Quale idea si è fatto?
R. – Devo dire con un po’ di rammarico che le voci che hanno espresso perplessità sull’autenticità delle stimmate di Padre Pio, erano caratterizzate da una scarsa coscienza di tutto quello che è stato l’approfondimento che la Chiesa ha voluto fare per verificare l’attendibilità del fenomeno. Nel 1919 tre medici visitarono le stimmate di Padre Pio per ordine dei superiori maggiori di Padre Pio e anche del Sant’Uffizio, che hanno prodotto tre relazioni; una seconda relazione datata 1925 è stata fatta da uno dei tre medici. Da tutte queste relazioni emerge l’autenticità del fenomeno. Due dei tre medici lo definirono un fenomeno scientificamente inspiegabile; il terzo, il professore Amico Bignami della Regia Università La Sapienza di Roma, ordinò un esperimento: fasciare le mani di Padre Pio per otto giorni, impedendogli di utilizzare qualunque sostanza per tenersi vive le stimmate. Garantì che dopo gli otto giorni sarebbero state rimarginate. Questo esperimento fu eseguito grazie a tre frati che fasciarono le mani e i piedi di Padre Pio; dopo otto giorni le stimmate sanguinavano più di prima.
Lei ha appena pubblicato un libro: “I tre misteri di Padre Pio”, nel quale si sofferma su tre circostanze molto particolari legate alla morte di San Pio di Pietrelcina …
R. – Attraverso una serie di testimonianze, alcune delle quali inedite, sono riuscito a ricostruire anzitutto che Padre Pio conoscesse il momento esatto della sua morte. Il secondo mistero di cui però non c’è traccia di novità anche se è stato pubblicato soltanto nella Positio del processo in un solo libro, riguarda la possibilità che egli aveva concesso ad una sua figlia spirituale di assistere alla sua morte pur non essendo fisicamente in convento, perché quando Padre Pio morì, era clausura. Il terzo mistero invece riguarda appunto la scomparsa delle stimmate senza lasciare cicatrici, perché ogni ferita – dicono i medici – nel momento in cui si produce, automaticamente innesca un processo di riparazione con tessuto cicatriziale. Invece quando è stata eseguita l’ispezione cadaverica sul corpo di Padre Pio dopo la morte, si è scoperto che le sue stimmate – attestate nella loro autenticità da tre medici – erano scomparse, senza lasciare cicatrici.
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