Sono usciti dal treno volando in braccio a Papa Francesco. Perché questo hanno proposto gli organizzatori del viaggio di quest’anno ai loro piccoli passeggeri: “volare via”, più in alto della gabbia della sofferenza che ogni giorno rinchiude e soffoca con la sua tristezza – per questi piccoli indecifrabile, ingestibile – vite che dovrebbero altrimenti poter librarsi leggere proprio come il chiasso allegro e gli aquiloni con i quali i bambini colorano l’Aula Paolo VI, sventolandoli davanti a un Papa molto partecipe e paterno:
Papa: Ditemi: è vero quello che ha detto la signora, Patrizia, che avete volato oggi?
Bambini: Sì!
Papa: Non ci credo!
Bambini: Sì!
Papa: Uno che mi spieghi… Come si vola?
Bambino: con i sogni!
Papa: Con i sogni! E cosa si sogna? Tutto quello che tu vuoi! Che bello! E se tu vuoi andare a trovare il tuo papà, la tua mamma, tua zia, lo zio, il nonno, la nonna, gli amici, tu puoi andare volando con la fantasia…
Il cuore di ghiaccio non sogna
Il dialogo tra Francesco e i bambini del treno che per un giorno li ha fatti volare è tutto così, un botta e risposta spontaneo e velocissimo. E leggero come le verità più profonde della vita spiegate a ragazzi che si godono una giornata d’infanzia, scavata fra giorni dove non invece si vola mai, perché mamma o papà non sono vicini, sono chiusi in carcere, e allora non c’è tempo per guardare troppo il cielo, quella casa dove volano anche i sogni:
Papa: Questa domanda è difficile, pensateci bene. Un bambino, un ragazzo, una ragazza che non riesce a sognare, come è?
Bambini: E’ brutta! … E’ infelice!
Papa: Non sento?
Bambini: E’ infelice!
Papa: Infelice! Perché sognare ti apre le porte della felicità. Invece chi non sogna è chiuso, ha il cuore come?
Bambini: Spezzato?
Papa: Con il cuore chiuso…
Card. Comastri: Come ghiaccio?
Papa: Come il ghiaccio! Ghiacciato! E’ così.
Bambino: è come una pietra.
Gesù aiuta a volare
Quando sogni, “sogni tutto quello che vuoi tu”, dice un ragazzino, e queste parole toccano i più grandi, sembrano fatte insieme di aria e di piombo. Francesco abbraccia con lo sguardo i bambini che gli si muovono vicino e spiega perché può succedere che un cuore diventi di ghiaccio o di pietra:
Papa: Tu dimmi… Tu, quando uno ha la possibilità che il cuore diventi un ghiaccio o una pietra?
Bambino: Quando non sogniamo!
Papa: Quando non sogniamo, quando non preghiamo!
Bambino: E quando non ascoltiamo la parola…
Papa: Quando non ascoltiamo… Dillo forte! Vieni, vieni… Tu hai detto una cosa bellissima! Dillo qui a tutti. Il cuore diventa pietra o ghiaccio quando?
Bambina: Quando non ascoltiamo la Parola di Dio e di Gesù!
Papa: Sei stata brava! Sei stata brava! Sì, anche tu.
Papa: Benissimo. Non dimenticare questo: volare con i sogni…
Bambino: Non smettere mai di sognare!
Papa: Come?
Bambino: Non smettere mai di sognare!
Papa: Non smettete mai di sognare! Anche – come ha detto lei – di ascoltare la Parola di Gesù, perché ascoltando la Parola di Dio uno si fa grande, allarga il cuore e ama tutti”.
Frutti di giustizia e verità
Il cardinale Comastri è accanto al Papa mentre i bambini a un certo punto portano a Francesco delle cose, una candela, un cero. Uno gli porta una poesia per Gesù. Le parole del piccolo diventano grandi, l’impegno per una vita che – come in coro tutti hanno detto un attimo prima al Papa – vuole “sognare e volare sognando”:
“Amico Gesù, che volesti essere chiamato amico dei peccatori, per mistero tua morte e resurrezione, donami la tua pace e liberami dai miei peccati, perché io ti porti frutti di carità, giustizia e verità”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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