FECONDAZIONE PER SINGLE E LESBICHE. Nel dettaglio la risoluzione 2013/2040(INI), basata sul documento A7-0306/2013, «riconosce che la salute e i diritti sessuali e riproduttivi costituiscono un elemento fondamentale della dignità umana di cui occorre tener conto nel contesto più ampio della discriminazione strutturale e delle disuguaglianze di genere» e di conseguenza «invita gli Stati membri a tutelare la salute sessuale e riproduttiva». Partendo da qui, gli Stati membri dovranno «offrire scelte riproduttive e servizi per la fertilità in un quadro non discriminatorio e (…) garantire l’accesso ai trattamenti per la fertilità e alla procreazione medica assistita anche per le donne senza un partner e le lesbiche».
LIMITARE OBIEZIONE DI COSCIENZA. L’accesso all’aborto «deve essere universale, (…) legale, sicuro e accessibile a tutti». Di conseguenza il testo esprime preoccupazione perché «l’aborto è spesso evitato o prorogato da ostacoli che impediscono di accedere a servizi adeguati, come l’ampio ricorso all’obiezione di coscienza». Per questo «gli Stati membri dovrebbero regolamentare e monitorare il ricorso all’obiezione di coscienza nelle professioni chiave». Il documento manifesta anche «preoccupazione per il fatto che il personale medico sia costretto a rifiutarsi di prestare servizi per la salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti negli ospedali e nelle cliniche di stampo religioso in tutta l’UE».
ABORTO SENZA IL CONSENSO DEI GENITORI. Per quanto riguarda gli adolescenti, se la risoluzione sarà approvata, gli Stati membri dovranno «ricorrere a vari metodi per raggiungere i giovani, quali campagne pubblicitarie, marketing sociale per l’uso dei preservativi e altri metodi contraccettivi, e iniziative quali linee verdi telefoniche confidenziali». Soprattutto, aborto e contraccezione dovranno essere forniti senza discriminazione «rispetto al genere, allo stato civile, alla disabilità, all’orientamento/identità sessuale e accessibili senza il consenso dei genitori e dei tutori».
EDUCAZIONE SESSUALE PRO LGBTI. Dovranno essere «obbligatori» corsi di «educazione sessuale a scuola» che includano «la lotta contro gli stereotipi, i pregiudizi, tutte le forme di violenza di genere e violenza contro le donne e le ragazze, fare luce sulla discriminazione basata sul genere e sull’orientamento sessuale, e denunciarla, e sulle barriere strutturali all’uguaglianza sostanziale, in particolare all’uguaglianza tra donne e uomini e tra ragazze e ragazzi, oltre che porre l’accento sul rispetto reciproco e la responsabilità condivisa». Inoltre «l’educazione sessuale deve includere la fornitura di informazioni non discriminatorie e la comunicazione di un’opinione positiva riguardo alle persone LGBTI, così da sostenere e tutelare efficacemente i diritti di giovani LGBTI».
RIEDUCAZIONE DEI MEDICI. Gli Stati membri dovranno anche «sviluppare e attuare programmi e corsi di educazione e formazione post-laurea obbligatori sui temi riguardanti la salute sessuale e i diritti riproduttivi indirizzati agli studenti di medicina e agli operatori sanitari». In generale, «in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti», sempre bisogna tener conto delle particolari esigenze di «lesbiche, bisessuali o transessuali, bambini e giovani, persone LGBTI».
@LeoneGrotti | Tempi.it
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