CHI È
Il ricercato è Maher Ben Mouldi Gaydi. Il ministro dell’Interno tunisino ha spiccato un mandato di cattura contro di lui, invitando i cittadini a trasmettere alle autorità ogni informazione utile alla sua cattura. È stato qualificato come persona «estremamente pericolosa» e capace di compiere altri atti come quello di mercoledì scorso. Secondo le autorità tunisine potrebbe essere lui la mente dell’attacco.
L’APPELLO ALL’EUROPA
Per far fronte all’emergenza la Tunisia chiede aiuto all’Europa. Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi, intervistato da La Stampa , lancia un appello per contrastare il terrorismo: «Il vostro continente sarà più sicuro se ci aiuterete a uscire dalla crisi». Perché il «terrorismo è figlio anche della povertà». Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, accoglie l’appello e annuncia che Italia e Francia chiederanno all’Ue più investimenti nel Paese.
FALLE NELLA SICUREZZA
Il Paese vuole reagire. A Tunisi il 29 marzo si terrà una marcia contro il terrorismo e verrà anche inaugurata una stele in onore delle vittime. Di certo ci sono state falle nella sicurezza. Spiega Essebsi: «I nostri servizi di sicurezza hanno reagito in modo molto efficace per porre fine rapidamente all’attacco, ma – ammette – la polizia e i servizi non sono stati abbastanza sistematici da assicurare la sicurezza del museo»
IL VIDEO INEDITO DELL’ATTENTATO
Da Tunisi arrivano intanto immagini inedite dell’attentato. Il filmato mostra i due terroristi che entrano nel museo del Bardo armati di kalashnikov pochi minuti prima di compiere la strage che ha causato la morte di 21 persone, tra cui quattro italiani. Le immagini sono contenute in un video delle telecamere di sicurezza pubblicato dal ministero dell’Interno tunisino sulla sua pagina Facebook.
I DUE TERRORISTI UCCISI ERANO VICINI ALL’ISIS
Arriva poi la conferma che i due terroristi uccisi dalle forze speciali durante il blitz facevano parte del gruppo tunisino Katiba Uqba ibn Nafi, vicino all’Isis. Si tratta di un gruppo che conduce da due anni una guerriglia sanguinosa nella zona montagnosa attorno al passo di Kasserine. Ufficialmente è la colonna tunisina dell’Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) che però dall’estate scorsa strizza l’occhio al Califfo e si sta rinforzando con l’arrivo di combattenti tunisini tornati da Siria e Iraq.
VENTI SOSPETTI ARRESTATI
Le indagini intanto proseguono e nelle ultime ore è salito ad oltre 20 il numero degli arrestati sospettati di essere militanti dell’Isis o di avere legami con il terrorismo islamico, coinvolti nell’attacco contro il museo del Bardo. Nella notte sono state arrestate due persone a Bizerta: avevano mappe del museo del Bardo.
Fonte. La Stampa
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