Un incontro rivolto ai giovani di tutto il mondo, sul modello delle Gmg (Giornate mondiali della gioventù), aspettando Papa Francesco. Ecco uno degli “assi nella manica” che la diocesi di Torino e l’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, hanno in serbo per il 2015. Anche se non si conoscono ancora le date (che dipenderanno dagli impegni del Papa), si sta progettando una tre giorni strutturata in diverse tappe: un momento di accoglienza negli oratori
, ideale trait d’union tra la chiesa locale e quella universale, poi il pellegrinaggio alla Sindone e la visita ai luoghi di don Bosco, infine l’incontro col Santo Padre. Difficile per ora ragionare di numeri, ma sicuramente bisogna aspettarsi un evento di grandi proporzioni, destinato a lasciare un segno nella memoria. E non sarà l’unico: dall’11 al 16 agosto, per il Confronto internazionale del Movimento giovanile salesiano, sono attesi in città e in regione 100.000 ragazzi da tutto il mondo.Sono questi alcuni momenti clou di un lungo itinerario. L’intera costellazione delle proposte per i giovani di Torino 2015 è racchiusa nel progetto “Turin for Young”. Il percorso è il frutto della collaborazione tra la pastorale diocesana e quella salesiana, ovvero le due anime delle celebrazioni. Non a caso il logo raffigura due celebri cupole torinesi: quella della Cappella del Guarini
, dove è custodita la Sindone, e quella di Maria Ausiliatrice, grande chiesa voluta da don Bosco. Tanti gli appuntamenti in programma, alcuni pensati per i giovani della Diocesi, altri rivolti a chi arriverà da fuori, a volte da molto lontano. Si comincia già l’11 ottobre, con un convegno degli oratori, dal titolo emblematico, ispirato direttamente alle parole di Papa Francesco: “Non balconear”, cioè “Non stare al balcone, ma tuffati nella vita”.Sarebbe però un errore ridurre tutto a una carrellata di eventi o una serie di fotografie spettacolari, con folle più o meno oceaniche. «Vorremmo che il 2015 fosse l’occasione per rinnovare il sentimento di Chiesa, dando ai giovani la possibilità di essere protagonisti attraverso il servizio – spiega don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile della diocesi di Torino – Ma soprattutto per stare accanto a chi fa più fatica, secondo quell’idea di Chiesa della prossimità, così preziosa eppure così difficile da attuare». E proprio il bisogno di un accompagnamento, nella vita personale come in quella comunitaria, è tra le istanze emerse nel Sinodo dei Giovani, un’inedita esperienza di dialogo che ha appena coinvolto la Chiesa torinese e che sta dando vari frutti, compreso un testo conclusivo che potrà essere condiviso con il Papa.
Articolo originale di Lorenzo Montanaro per Famiglia Cristiana
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