«Tutti a Roma per sostenere la famiglia. Paga la diocesi». E’ la catena silenziosa e capillare che da molti giorni circola fra la gente comune per tutta Livorno. Ci si prepara a comporre la grande carovana laica che, sabato 30, segnerà un momento storico per la difesa della famiglia tradizionale.
Pronti a scendere in piazza e a riempire il Circo Massimo, nella Capitale, centinaia di livornesi, «cattolici e non cattolici», spiega Massimo Ciacchini, referente della Manif pour Tous- Sentinelle in piedi di Livorno e uno dei tanti volontari impegnati nella campagna di sensibilizzazione. Una iniziativa che ha ottenuto il sostegno della Diocesi labronica retta dal vescovo monsignor Simone Giusti. L’Opera diocesana dei pellegrinaggi pagherà il viaggio alle centinaia di persone che hanno finora aderito al Family day, la Giornata Nazionale per la famiglia. La notizia supera i confini labronici e strappa le lodi e gli elogi del comitato pisano «Difendiamo i nostri figli». Alcuni attivisti della città della Torre guardano, infatti, con «religiosa» invidia all’operazione favorita dal vescovo pisano, monsignor Simone Giusti e messa in campo dall’Opera diocesana dei pellegrinaggi.
A Pisa, lamentano alcuni volontari, «non è stato facile trovare sostegno in tutte le parrocchie» e raccontano di un sacerdote che ha persino impedito loro di fare volantinaggio per il Family day fuori dalla messa. Monsignor Giusti, il pastore pisano di Livorno, dichiara apertamente il suo appoggio al Family day: «Siamo a favore della famiglia», dice, «ed è naturale che la Diocesi sostenga qualunque movimento laico si metta in moto a sostegno di iniziative simili. E’ bene – continua – che i laici prendano la loro posizione sulla questione. Noi offriamo il nostro sostegno logistico».
E precisa: «Il merito di questa «mobilitazione» non è mio. E’ l’Opera diocesana dei pellegrinaggi, e in particolare la signora Ottavia Margotta, a offrire supporto logistico a coloro che parteciperanno alla giornata della Famiglia». Ma neppure l’apporto della Diocesi è mai mancato, a Livorno, sulla questione del gender e delle unioni civili; Monsignor Giusti spiega: «Abbiamo continuamente offerto a parrocchiani e cittadini elementi per approfondire questi temi. E’ bene che la gente sia documentata. Abbiamo ad esempio mostrato, con l’aiuto di eminenti studiosi, le agghiaccianti cifre su quanto costi l’utero in affitto: 700 euro.
Ci stupisce – prosegue Giusti – che si incentivi lo sfruttamento di donne, spesso povere e di paesi sottosviluppati». Il vescovo torna poi sulle parole del Cardinale Bagnasco, che pochi giorni fa aveva detto: «I figli non sono un diritto. La famiglia non può essere confusa con altro perché ha una identità unica e propria riconosciuta dalla Costituzione». «Queste parole – ha detto Monsignor Giusti – ci rappresentano pienamente. Non vedo perché la Costituzione debba essere dimenticata e anzi applicata solo quando piace». Per partecipare al Family day di Roma, sabato 30, è possibile contattare Massimo Ciacchini al Numero 338.3362232. E’ sufficiente comunicare il nome, il codice fiscale e il numero dei partecipanti. Il ritrovo è fissato per sabato mattina alla Chiesa di Corea. Si parte alle 7, il rientro è previsto per le 21 dello stesso giorno, il pranzo è al sacco.
Redazione Papaboys (Fonte www.lanazione.it/Eleonora Mancini)