E’ inziato l’Anno Santo presso il Santuario di Santa Rita a Milano, con la concessione dell’Indulgenza plenaria. Un Giubileo tutto dedicato alla Famiglia, in questo momento storico di profonda crisi e sofferenza. Ma la Vergine e sposa di Cascia ci insegna che anche la prova più dura può essere trasformata da Dio in una Grazia feconda, se solo ci abbandoniamo completamente al Suo Amore.
«Vedo folle di giovani, donne e famiglie che accorrono a Santa Rita per imparare da lei la vita cristiana in famiglia…». Così il beato cardinale Ildefonso Shuster lodava Dio nel giorno della dedicazione del Santuario di Santa Rita a Milano, potendolo finalmente consegnare al suo popolo il 2 maggio del 1954. Sapeva bene, infatti, quanto fosse benedetto da Dio quel Santuario, che aveva superato i devasti della guerra per uscirne incredibilmente edificato, invece che distrutto. Ciò che non poteva sapere, l’allora vescovo cittadino, era la sua stessa profezia, che si sarebbe compiuta oltre ogni aspettativa.
Ed infatti, la santa delle cause impossibili, che sin dal primo giorno intercede generosissima per il fiume di pellegrini al suo capezzale, quest’anno ha deciso di “strafare”. Il 16 dicembre scorso, ad Ottant’anni anni esatti dalla posa della prima pietra e a Sessant’anni anni dall’istituzione della parrocchia, si è aperto a Milano, presso il Santuario a lei dedicato, il grande Giubileo familiare dal titolo “Nulla è impossibile a Dio”, con la concessione dell’indulgenza plenaria per tutti i fedeli che ne varcheranno la porta in questo Anno Santo.
SE LA “CAUSA IMPOSSIBILE” E’ LA FAMIGLIA
Non è un caso che questa particolare pioggia di Grazie venga concessa da Santa Madre Chiesa, per intercessione della Vergine e sposa di Cascia. E ancor più: non è un caso che essa si rovesci proprio a vantaggio della Famiglia in questo preciso momento storico.
Se è vero infatti che Santa Rita ebbe una vita familiare tempestata di dolore, ancor più vera fu l’incrollabile Speranza che plasmò l’esistenza di questa moglie e madre. Il marito ostile e iracondo si convertì prima di morire assassinato ed i figli salirono al Cielo giovanissimi, ad un passo dal compiere la sanguinosa vendetta sui carnefici del padre, che la Santa perdonò in nome di tutta la famiglia. Furono perciò l’incessante preghiera di Rita e la sua vita di perfezione in Dio Padre, a permettere che, alla fine, tutti i familiari volgessero uniti sulla strada della Salvezza.
Ecco perché oggi, in un contesto umano e sociale in cui la famiglia geme e soccombe sotto i colpi dello spirito del mondo, l’esempio di questa Santa agostiniana riconsegna al popolo di Dio la Fede nel Matrimonio come via alla santità e la Speranza nella Famiglia come specchio dell’amore chiamato all’Eternità. Di più: Santa Rita ci parla dell’infinita Misericordia di Dio che pensa ad un preciso piano di Salvezza per ogni singola famiglia ed ha brama di poterlo realizzare a vantaggio di tutti. Infine, la stessa ci mostra come, anche la prova più dura, può essere trasformata da Dio in una Grazia feconda, se ci si abbandona completamente al Suo Amore.
Proprio nel santuario di Milano, poi, la Vergine e sposa è particolarmente venerata e supplicata a patrocinio delle famiglie: qui è conservata l’insigne reliquia riconosciuta quale frammento del dito anulare, ove la Santa portava, appunto, l’anello nuziale.
IL GIUBILEO PERCHE’ “NULLA E’ IMPOSSIBILE A DIO!”
“In questo preciso periodo storico percepiamo forte ed irrinunciabile l’obbligo a riscoprire e rilanciare il primato insostituibile dei valori della famiglia, così come volle fortemente il beato cardinale benedettino nel dare via all’opera del Santuario. Oggi, ancor più di allora, è cruciale, ridare coraggio, speranza, dignità e potere alla famiglia”.
Così, i padri agostiniani chiamati a reggere l’Opera sin dal principio, spiegano la ragione essenziale per cui hanno ardito fare richiesta al preposto ufficio vaticano, tramite l’arcivescovo mons. Mario Delpini, che subito ha appoggiato l’iniziativa di indire un anno giubilare. “Tutte le famiglie – continuano i Padri – trovino grazia, pace, sollievo, speranza in questo anno e rafforzino la fede per l’esempio e l’intercessione di Santa Rita. Sia questo anno propizio per la riconciliazione in famiglia, per ritrovare e riapprezzare vera e duratura pace con tutti i parenti, sia occasione benedetta per perdonarsi e rasserenarsi nei confronti di esperienze negative o ricordi oppressivi, sia questo anno di Grazia un tempo concesso per guarire dal male e gioire del bene di ogni famiglia”.Perciò, il 28 novembre scorso la penitenzieria apostolica rispondeva positivamente alla richiesta, assicurando l’intenzione di concedere l’indulgenza plenaria. Mentre pochi giorni più tardi, il 16 dicembre, il vescovo ausiliare di Milano, Paolo Martinelli, inaugurava l’Anno Santo così: “Ecco una nuova occasione preziosissima per attingere alla Misericordia di Dio di cui abbiamo tanto bisogno. Un giubileo per le famiglie: per la famiglia della comunità di santa Rita, per tutte le famiglie che oggi devono affrontare tante difficoltà interne ed esterne, per le famiglie che nascono, per le famiglie ferite, per le famiglie che ricominciano. Senza la Grazia di Dio nessuno di noi può rimanere fedele alla propria vocazione. Senza la sua Misericordia i nostri limiti e i nostri peccati ci inchiodano e rendono impossibile il progresso della vita ed il cammino sereno verso la meta in Dio che ci aspetta”. In tal senso è particolarmente bello il titolo scelto per questo Giubileo: “Nulla è impossibile a Dio”, a evocare le parole dell’Angelo a Maria durante l’Annunciazione ed insieme la caratteristica più conosciuta della Santa Patrona. Ma soprattutto, una Parola che vuole infondere in ciascuna famiglia ed in ogni singolo uomo una fiducia totale e incondizionata in Dio Padre che tutto può.
COS’E’ L’INDULGENZA E COME SI OTTIENE?
Per ottenere l’indulgenza plenaria sono necessarie le solite condizioni previste dalla Chiesa: essere battezzati, visita al Santuario, recita del Credo e di un Pater, Ave e Gloria secondo le intenzioni del Papa, Confessione e Comunione entro gli otto giorni precedenti o seguenti. Ogni fedele può acquisire le indulgenze per se stesso o applicarle ai defunti (CCC 1471). Si richiede inoltre che sia esclusa qualsiasi affezione al peccato anche veniale.
Ma che cos’è l’Indulgenza? “Le Indulgenze sono la remissione dinanzi a Dio della pena temporale meritata per i peccati, già perdonati quanto alla colpa, che il fedele, in determinate condizioni, acquista, per se stesso o per i defunti mediante il ministero della Chiesa, la quale, come dispensatrice di redenzione, distribuisce il tesoro dei meriti di Cristo e dei Santi”. (Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, n. 312; vedi anche Penitenzieria Apostolica, Il dono dell’Indulgenza).
Detto in altre parole: se nel sacramento della Riconciliazione, Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati, tuttavia l’impronta negativa che essi hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. Perciò, attraverso l’Indulgenza il peccatore viene perdonato e liberato da ogni residuo della conseguenza del peccato e viene abilitato ad agire con carità e a crescere nell’amore, piuttosto che ricadere nuovamente nel peccato. Ciò significa che può toccare con mano la Misericordia di Dio che “non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva” (cfr Ez 33). E infatti, per i meriti di Cristo e per l’intercessione di Santa Rita, abbiamo la grandissima e imperdibile occasione, durante quest’Anno Santo, di essere liberati anche dalla pena, potendo così preferire il Paradiso.
di Costanza Signorelli per la Nuova Bussola Quotidiana
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