Solidarietà, nutrimento, bellezza della fede, rapporto con il Creato e con gli uomini. Sono questi temi al centro della serata di presentazione della Chiesa in Expo che si terrà lunedì 18 maggio alle 21 in Piazza Duomo a Milano e dove, citando il titolo, Tutti siete invitati. Una serata organizzata da Caritas Internationalis e dalla Diocesi di Milano, di musica, teatro, fede, riflessione e preghiera per condividere con il cardinale Angelo Scola, arcivescovo della città, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, e tutti gli ambrosiani il significato profondo che rappresenta il messaggio di Expo per la vita e per la fede. «Un gesto di arte, musica, letteratura, ascolto di testimonianze a cui si può invitare chiunque per mostrare che
le energie che alimentano la persona e la famiglia umana sono fatte di cibi materiali e di cibi spirituali», così lo ha definito Scola. E l’occasione anche per raccogliere fondi per il Nepal. Sul palco grandi nomi dei diversi mondi. In piazza, chi vorrà e potrà. L’ingresso è gratuito, ma serve prenotarsi su http://www.chiesadimilano.it/expo. Per tutti gli altri, l’evento sarà trasmesso in diretta su TV2000.«Il senso della serata», spiega don Davide Milani, Responsabile della comunicazione del padiglione della Santa Sede, «si fonda su motivi importanti e differenti: anzitutto la presenza a Milano per il 19 maggio National day della Caritas in Expo dei delegati Caritas provenienti da tutto il mondo. Saranno presenti in Expo il 19 per parlare della campagna mondiale contro la fame. Li accogliamo la sera prima in piazza Duomo. Altro motivo è l’inizio ufficiale della presenza della Chiesa in Expo con i padiglioni della Santa Sede, della Caritas ma anche con le mille iniziative organizzate dalle parrocchie in questi mesi e ancora faranno nei mesi futuri. Perché il tema Nutrire il pianeta interpella la fede che noi viviamo, non solo il sostegno materiale e fisico, ma il bisogno che abbiamo di relazioni, senso e prossimità. Questa serata dirà, festeggiando l’inizio di Expo,
quali opportunità per la vita e per la fede vediamo in Expo. Terzo significato, mostrare alla città senza trionfalismi, la bellezza che deriva dal vivere le cose semplici della fede. Ecco allora un momento di riflessione, un gesto della fede pubblico fatto nel cuore della città fatto con coloro che si vorranno affiancare a noi. Quarto significato, l’espressione diretta di solidarietà per la popolazione nepalese così provata dalla catastrofe del terremoto. La testimonianza di padre Pius Perumana, direttore di Caritas Nepal, darà il via a una raccolta fondi che si terrà in piazza quella sera».Una serata di riflessione e non uno spettacolo. Eppure tanti artisti che si mescolano sul palco alle testimonianze.
«Il senso della serata si compenetra al linguaggio che abbiamo scelto per viverla. Un linguaggio dal sapore culturale, artistico, vicino a quello della Sacra Rappresentazione. Sarà come andare a teatro, senza un presentatore né didascalie ma un insieme che verrà sviluppato attraverso quadri che si svilupperanno senza alcuna interruzione per dire come il nutrimento, il cibo è “creato”, ci è donato. Per comprendere questo, Piera Degli Esposti leggerà l’inizio di Genesi dove il cibo è inserito in un disegno complessivo per l’uomo. Per arrivare, poi, alla necessità della condivisione del cibo: Tania Kassis che dal Libano porterà la sua testimonianza cantando questa Ave Maria particolare che unisce coloro che si riconoscono nella figura di Maria, quindi cristiani e musulmani. Un gruppo di Panama che si intonerà con voci celebri in sud America l’inno mondiale della campagna contro la fame nel mondo che Caritas ha lanciato, per arrivare poi a Giacomo Poretti che rileggerà con il suo linguaggio profondamente umoristico, ma carico di significati il tema del mangiare e del bere nella complessità della vita e infine il momento eucaristico quando le porte si apriranno per mostrare l’eucarestia e il cardinale Scola comunicherà l’Inno alla Carità di San Paolo a vedere come l’eucarestia senza la carità non è vera, la carità se non ha fondamento nell’Eucarestia, cioè nel dono che Gesù fa di sé, resta promozione umana che è importante ma non riesce da sola a dare senso alla vita dell’uomo».
Di Chiara Pelizzoni per Famiglia Cristiana
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