Il premier ucraino Arseny Yatseniuk ha chiarito in un meeting trasmesso in tv che il piano di pace deve comprendere tre elementi fondamentali: un cessate-il-fuoco, il ritiro delle “forze e dei terroristi russi” e il ripristino dei confini di stato dell’Ucraina con la Russia. Sul fronte opposto, il leader della regione ucraina di Luhansk, in mano ai ribelli, ha detto che nonostante il cessate-il-fuoco i separatisti russi vogliono ancora scindersi da Kiev.
Poco prima dell’annuncio dell’accordo, dal Galles dove è in corso il vertice Nato, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che il nuovo pacchetto di sanzioni europee da imporre alla Russia, che dovrebbe essere adottato oggi, potrebbe essere sospeso se si concretizzasse il cessate-il-fuoco e si fosse ridotta la portata della crisi. Sul campo però, fino a poco prima dell’annuncio dell’intesa a Minsk, sono proseguiti gli scontri tra le forze ucraine e i ribelli filo-russi nei pressi del porto strategico di Mariupol e colpi di mortaio e di artiglieria sono stati uditi anche a Donetsk, la principale roccaforte dei ribelli nell’Est del Paese.
Intanto si è concluso in Galles la riunione dei capi di Stato della Nato, che hanno approvato il piano di rafforzamento delle difese dell’Alleanza
nell’Europa orientale. Lo ha annunciato il segretario generale Anders Fogh Rasmussen: il piano che include la creazione dell’annunciata “punta di lancio” dell’Alleanza, una forza di reazione rapida con equipaggiamenti pre-posizionati e nei Paesi dell’Est in modo che possano rapidamente rinforzati nel caso di una crisi. Forza cui il Regno Unito ha gia annunciato che parteciperà con 3.500 soldati. L’obiettivo della nuova struttura è rassicurare i Paesi membri della Nato che una volta appartenevano al blocco sovietico, specialmente i Paesi baltici, Lituania, Estonia e Lettonia oltre la Polonia.
Rassmussen ha chiarito che la forza di reazione rapida della Nato sarà in grado di “mantenere una presenza continua nella parte orientale dell’Alleanza ruotando i contingenti” per non violare l’accordo del 1997 con la Russia che vieta basi stabili dell’Alleanza nei Paesi ‘cuscinetto’, gli ex membri del Patto di Varsavia. Fonte: Avvenire.it
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