È un nuovo giorno di guerra nell’est dell’Ucraina, dove infuria la battaglia tra i miliziani filorussi e le truppe di Kiev decise a riprendere il controllo di Donetsk, roccaforte dei ribelli. Il bilancio dei nuovi combattimenti è di 18 militari morti e 54 feriti. Un portavoce dell’esercito, Andriy Lysenko, ha riferito che le forze ucraine sono state colpite dall’interno del territorio russo, mentre le guardie di frontiera, nei pressi della città di Luhansk, sono state per 4 ore sotto il fuoco di artiglieria.
Le forze governative combattono i ribelli nell’est del Paese dallo scorso aprile: il bilancio delle vittime, secondo l’Alto commissariato Onu per i diritti umani, è di oltre mille persone, tra militari, ribelli e civili. Ma dopo quasi quattro mesi, Kiev sembra vicina a riprendere il controllo del territorio orientale. Intanto, l’esercito ucraino ha ammesso che nell’operazione speciale contro i separatisti sono coinvolti anche cittadini stranieri, tra cui italiani.
«Ci sono rappresentanti di altri Paesi, che prendono parte all’operazione anti-terrorismo – ha dichiarato all’agenzia ufficiale russa Ria Novosti Oleksiy Dmitrashkovsky, portavoce dell’operazione militare nelle regioni orientali – si tratta di italiani, georgiani, bielorussi e russi». Allo stesso tempo, il portavoce ha assicurato, però, che l’esercito ucraino non fa uso di armi straniere. In precedenza, i separatisti avevano denunciato la presenza di mercenari stranieri, che usavano proprie armi ed equipaggiamento, a fianco delle forze di sicurezza ucraine nelle regioni orientali.
La Russia ha sostenuto di avere le prove dell’uso da parte di Kiev di armi proibite contro la popolazione civile, in Ucraina dell’est. A renderlo noto è stato il portavoce del Comitato investigativo russo, Vladimir Markin, secondo il quale gli inquirenti hanno acquisito «prove inconfutabili» nell’ambito dell’inchiesta penale «sull’uso di mezzi e metodi di guerra nelle regioni di Donetsk e Lugansk».
Secondo Markin – citato da Ria Novosti – dall’analisi di campioni di terreno prelevati nel villaggio di Semenivka, nei pressi di Sloviansk, ci sono prove dell’uso della «miscela incendiaria N-17, una versione più raffinata e mortale dei proiettili incendiari, che erano prima riempiti di fosforo bianco». In precedenza le milizie dei separatisti hanno più volte accusato l’esercito di Kiev di usare bombe al fosforo. (LaStampa)