Di fronte alle oltre mille vittime sul lavoro registrate ogni anno in Italia non si può abbassare l’asticella della formazione sulla valutazione dei rischi e dei controlli.
Lo hanno ribadito questa mattina i partecipanti a un incontro sul tema organizzato presso i Musei Vaticani dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano: suor Raffaella Petrini, segretario generale, Giovanni Conzo, Procuratore aggiunto di Roma, le ispettrici Viviana e Barbara Todini, e poi Tommaso Marroni, del Servizio sicurezza sul lavoro in Vaticano e Paolo De Angelis, capo dei Vigili del Fuoco in Vaticano.
Petrini: i Papi e la tutela della dignità del lavoro
Il tema della sicurezza sul lavoro è essenziale per qualsiasi organizzazione che vuole perseguire un modello di lavoro sostenibile, e oggi, alle soglie di quella che alcuni studiosi identificano come quarta rivoluzione industriale, assume una natura planetaria. Così ha esordito Suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che ha passato in rassegna i principali documenti dei magisteri pontifici i quali hanno affrontato l’argomento in modo esplicito: dalla Rerum novarum di Leone XIII alla Laudato si’ di Francesco.
Partendo dal presupposto che il lavoro impatta non solo a livello economico ma anche a livello esistenziale, la religiosa ha ricordato quanto San Giovanni Paolo II sottolineava nella Laborem Exercens: il lavoro non è solo un bene utile, da fruire, ma un bene degno, che esprime la dignità e la accresce. Citando ancora quel documento, Petrini precisa che “grazie al lavoro, l’uomo diventa più uomo”.
Ci ha tenuto inoltre a rimarcare la dimensione soggettiva nell’attività lavorativa, dove appunto l’uomo resta soggetto. Si tratta di un ambito di riflessione che si ritrova anche in Caritas in veritate, di Benedetto XVI, il quale scriveva che il primo capitale da salvaguardare è proprio l’uomo.