Rivedi con noi dei Papaboys3.0 la diretta dell’udienza generale in piazza San Pietro di Papa Francesco di oggi, mercoledì 10 aprile 2019
Papa Francesco ha dedicato la catechesi dell’udienza generale alla preghiera del “Padre nostro” e al momento nel quale chiediamo a Dio “rimetti i nostri debiti”. Siamo debitori perchè “la vita è una grazia” e perché se amiamo “è grazie a Dio che ci ha amati per primo”
“Padre, abbi pietà di tutti noi, perché anche il più santo in mezzo a noi non cessa di essere tuo debitore”. Papa Francesco aggiunge questa riflessione alla preghiera del “Padre nostro” che ci sta aiutando a conoscere meglio nelle catechesi dell’udienza generale del mercoledì. La meditazione numero 12 è dedicata al momento nel quale chiediamo a Dio: “Rimetti a noi i nostri debiti”.
Così, commenta Francesco, la preghiera “entra nel campo delle nostre relazioni con gli altri”. Come abbiamo bisogno del pane, che abbiamo chiesto al Padre poco prima, “cosìabbiamo bisogno del perdono. Ogni giorno”. Perché, chiarisce il Papa “Il cristiano che prega chiede anzitutto a Dio che vengano rimessi i suoi debiti, cioè i suoi peccati”. Anche se fossimo perfetti, “santi cristallini che non deflettono mai da una vita di bene”, aggiunge il Pontefice, “restiamo sempre dei figli che al Padre devono tutto”.
Questo è l’atteggiamento più pericoloso di ogni vita cristiana: l’orgoglio. È l’atteggiamento di chi si pone davanti a Dio pensando di avere sempre i conti in ordine con Lui: l’orgoglioso crede che ha tutto al suo posto.
Come quel fariseo della parabola, ricorda Papa Francesco, “che nel tempio pensa di pregare ma in realtà loda sé stesso davanti a Dio: ‘Ti ringrazio, Signore, perché io non sono come gli altri’. E la gente che si sente perfetta, la gente che critica gli altri, è gente orgogliosa. Nessuno di noi è perfetto, nessuno”. Al contrario il pubblicano, un peccatore disprezzato da tutti, si ferma sulla soglia del tempio, “non si sente degno di entrare, e si affida alla misericordia di Dio”. E Gesù commenta: “Questi, a differenza dell’altro, tornò a casa giustificato” cioè perdonato. “Perché non era orgoglioso – commenta il Papa – perché riconosceva i suoi limiti e i suoi peccati”.
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