CITTA’ DEL VATICANO – Il Papa, nella prima udienza generale dell’anno, tenuta in Piazza San Pietro, ha iniziato un ciclo di catechesi sui sacramenti. La prima catechesi ha riguardato il Battesimo. “Per una felice coincidenza – ha detto – domenica prossima ricorre proprio la festa del Battesimo del Signore”. “Il Battesimo – ha sottolineato – è il sacramento su cui si fonda la nostra stessa fede e che ci innesta come membra vive in Cristo e nella sua Chiesa. Insieme all’Eucaristia e alla Confermazione forma la cosiddetta «Iniziazione cristiana», la quale costituisce come un unico, grande evento sacramentale che ci configura al Signore e fa di noi un segno vivo della sua presenza e del suo amore”.
Papa Francesco prosegue: “Può nascere in noi una domanda: ma è davvero necessario il Battesimo per vivere da cristiani e seguire Gesù? Non è in fondo un semplice rito, un atto formale della Chiesa per dare il nome al bambino e alla bambina? E’ una domanda che può venire … E a tale proposito, è illuminante quanto scrive l’apostolo Paolo: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,3-4). Dunque non è una formalità! E’ un atto che tocca in profondità la nostra esistenza. Non è lo stesso, un bambino battezzato o un bambino non battezzato: non è lo stesso! Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata. Noi, con il battesimo, veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli”.
“Molti di noi – ha osservato – non hanno il minimo ricordo della celebrazione di questo Sacramento, ed è ovvio, se siamo stati battezzati poco dopo la nascita”. E a braccio ha aggiunto: “Io ho fatto questa domanda due o tre volte, qui, in piazza: chi di voi sa la data del suo battesimo, alzi la mano. Chi la sa? Eh, pochi, eh? Pochi. Ma, è importante, è importante conoscere qual è stato il giorno nel quale io sono stato immerso, messo proprio in quella corrente di salvezza di Gesù. E mi permetto di darvi un consiglio. Ma, più che un consiglio, un compito per oggi. Oggi, a casa, cercate, domandate la data del battesimo e così saprete bene qual è stato il giorno tanto bello del battesimo. Lo farete? [La gente risponde: sì!] Non sento entusiasmo … lo farete? [La gente grida più forte: sì!] Eh, sì! Perché è conoscere una data felice, quella del nostro battesimo”.
Quindi ha proseguito: “Il rischio di non saperlo è di perdere la memoria di quello che il Signore ha fatto in noi, la memoria del dono che abbiamo ricevuto. Allora finiamo per considerarlo solo come un evento che è avvenuto nel passato — e neppure per volontà nostra, ma dei nostri genitori —, per cui non ha più nessuna incidenza sul presente. Dobbiamo risvegliare la memoria del nostro Battesimo: risvegliare la memoria del Battesimo. Siamo chiamati a vivere il nostro Battesimo ogni giorno, come realtà attuale nella nostra esistenza. Se riusciamo a seguire Gesù e a rimanere nella Chiesa, pur con i nostri limiti, con le nostre fragilità e i nostri peccati, è proprio per il Sacramento nel quale siamo diventati nuove creature e siamo stati rivestiti di Cristo. È in forza del Battesimo, infatti, che, liberati dal peccato originale, siamo innestati nella relazione di Gesù con Dio Padre; che siamo portatori di una speranza nuova, perché il Battesimo ci dà questa speranza nuova: la speranza di andare sulla strada della salvezza, tutta la vita. E questa speranza niente e nessuno può spegnere, perché la speranza non delude. Ricordatevi: è vero, questo. La speranza nel Signore non delude mai. Grazie al Battesimo, siamo capaci di perdonare e di amare anche chi ci offende e ci fa del male; che riusciamo a riconoscere negli ultimi e nei poveri il volto del Signore che ci visita e si fa vicino. E questo, il Battesimo ci aiuta a riconoscere nel volto delle persone bisognose, nei sofferenti, anche del nostro prossimo, il volto di Gesù. E’ grazie a questa forza del Battesimo”.
Il Papa ha poi commentato un ultimo elemento “importante”. E ha posto questa domanda: “una persona può battezzarsi da se stessa? [La gente risponde: no!] Non sento: [La gente grida più forte: no!] Siete sicuri? [La gente risponde: Sì!] Non si può battezzare: nessuno può battezzarsi da sé! Nessuno. Possiamo chiederlo, desiderarlo, ma abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci conferisca questo Sacramento nel nome del Signore. Perché il Battesimo è un dono che viene elargito in un contesto di sollecitudine e di condivisione fraterna. Sempre nella Storia, uno battezza l’altro, l’altro, l’altro … è una catena. Una catena di grazia. Ma, io non mi posso battezzare da solo: devo chiedere ad un altro il Battesimo. E’ un atto di fratellanza, un atto di filiazione alla Chiesa. Nella celebrazione del Battesimo possiamo riconoscere i lineamenti più genuini della Chiesa, la quale come una madre continua a generare nuovi figli in Cristo, nella fecondità dello Spirito Santo”.
Questa la conclusione della catechesi: “Chiediamo allora di cuore al Signore di poter sperimentare sempre più, nella vita di ogni giorno, questa grazia che abbiamo ricevuto con il Battesimo. Incontrandoci, i nostri fratelli possano incontrare dei veri figli di Dio, veri fratelli e sorelle di Gesù Cristo, veri membri della Chiesa”. Infine, a braccio ha detto: “E non dimenticate il compito di oggi: cercare, domandare la data del mio Battesimo. E come io so la data della mia nascita, anche conoscere la data del mio Battesimo, perché è un giorno di festa. Grazie”.
Radio Vaticana