Riconoscersi peccatori per poter risorgere con il Signore a vita nuova. Nella catechesi all’udienza generale in Aula Paolo VI, Papa Francesco si sofferma stamani in particolare sui riti di introduzione della Messa. Il Papa prosegue, dunque, la riflessione sulla Celebrazione eucaristica, iniziata con l’udienza dello scorso 11 novembre.
Non arrivare in ritardo a Messa
Due le parti fondamentali: Liturgia della Parola e la Liturgia eucaristica, un unico corpo che non si può separare. E’ importante conoscere i segni, i vari momenti, sottolinea Francesco, per “vivere pienamente la Messa” e assaporarne la bellezza. Il primo punto sono i riti introduttivi, il cui scopo è far sì che i fedeli formino una comunità: come l’atto penitenziale, l’orazione colletta, quella colletta dell’intenzione dei popoli che sale al Cielo come preghiera. E’ poi importante non arrivare in ritardo, sottolinea Francesco:
La Messa incomincia con il segno della Croce, con questi riti introduttivi, perché lì incominciamo ad adorare Dio come comunità. E per questo è importante prevedere di non arrivare in ritardo, bensì in anticipo, per preparare il cuore a questo rito, a questa celebrazione della comunità.
Insegnare ai bambini a fare bene il segno della Croce
La Messa è quindi “incontro di amore con Cristo” e questo è testimoniato anche dal sacerdote che entra, bacia e incensa l’altare, che è figura di Cristo. L’invito, quindi, è non a “guardarsi la faccia” ma a “guardare Cristo”, che non è lontano dalla comunità. E ancora il segno della croce, che richiama la Santa Trinità e afferma che la preghiera liturgica “è l’incontro con Dio in Gesù Cristo, che per noi si è incarnato, è morto in croce ed è risorto glorioso”. A volte, però, i bambini fanno un disegno che non è il segno della Croce:
Per favore: mamma e papà, nonni, insegnate ai bambini, dall’inizio, da piccolini, a fare bene il segno della croce. E spiegategli che è avere come protezione la croce di Gesù. E la Messa incomincia con il segno della croce.
Una sinfonia con varie tonalità
La fede comune e il desiderio vicendevole di stare con il Signore si esprime anche con il saluto liturgico e l’espressione “Il Signore sia con voi”. “Stiamo entrando – nota il Papa – in una ‘sinfonia nella quale risuonano varie tonalità di voci, compresi tempi di silenzio, in vista di creare l’’accordo’ tra tutti i partecipanti”, cioè di riconoscersi animati da un unico Spirito e per un medesimo fine”.
Riconoscersi peccatori per risorgere con il Signore a vita nuova
Centrale è, infine, l’atto penitenziale nel quale si invita a riconoscere i propri peccati. “E’ l’invito a confessarsi peccatori davanti a Dio e ai fratelli”, come il pubblicano al tempio, perché tutti siamo peccatori, ribadisce:
Se veramente l’Eucaristia rende presente il mistero pasquale, vale a dire il passaggio di Cristo dalla morte alla vita, allora la prima cosa che dobbiamo fare è riconoscere quali sono le nostre situazioni di morte per poter risorgere con Lui a vita nuova.
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I saluti e il Circo di Cuba
Infine nei saluti il Papa auspica che la Notte di Natale illumini con la gioia e la pace “la vita di ciascuno” e in particolare di persone sole, sofferenti e senza tetto. E, in conclusione, ringrazia alcuni artisti del circo di Cuba che si sono esibiti in danze colorate, rallegrando ancor più l’atmosfera già gioiosa di questa udienza generale prima del Natale.
Fonte it.radiovaticana.va/Debora Donnini
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