Ultimo post su Facebook di Anas, 17 anni di Gaza: ‘Meglio morto che nel terrore’. E un missile lo uccide

GAZA – Si respira il terrore della morte in queste ore in Medio Oriente, ma soprattutto a Gaza dove è pioggia di missili a grappoli. Emerge una storia drammatica, che faccio fatica a raccontarvi immaginando la situazione, ma che merita risalto, e soprattutto ricordo per un giovane palestinese, Anas Qandeel, 17enne di Gaza, un ragazzino come tanti, probabilmente con non troppi sogni e molta speranza.

Questa sera Anas non c’è più: è una delle decine di vittime dei raid israeliani su Gaza. Ma per i palestinesi è un altro martire. Poche ore prima di morire aveva postato su Facebook la sua angoscia: “Meglio morto, che attanagliato sempre dalla paura”. “Dio, ti prego, abbi pietà di me, non ho dormito da ieri […] Che la nostra casa sia bombardata, e così la faremo finita una volta per tutte”.

Forse in estremo aveva ancora voglia di scherzare. Dopo poche ore da questo messaggio è morto tra le macerie di un palazzo colpito da uno dei maledettissmi missili israeliani.

CHI ERA ANAS – Nel breve testo postato su facebook si firmava “#Sleepy”, il sonnolento. Oggi la sua comunità web rende noto che quelle sono state le sue ultime parole. Anas, viene riferito, è stato colpito mentre si trovava in un edificio nella centrale via Nasser. “Ora finalmente Sleepy potrà riposare” hanno scritto suoi amici su facebook. Della sua breve esistenza si conoscono scarni elementi. Si sa che il padre in anni passati fu ucciso da Israele e che il cuore di Anas batteva per le Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. In una delle sue ultime foto si vede un ragazzo allegro, seduto su una transenna di legno. Alle sue spalle si intravvede un tendone colorato. Forse quello di un circo. La sua immagine è quella di un ragazzo che amava la vita.

Come è possibile che abbia potuto implorare di essere annientato? A Gaza si fa presente che certamente i continui bombardamenti, le esplosioni, le distruzioni, le morti orrende di congiunti e vicini limano i nervi della popolazione. E’ un Ramadan di estrema tristezza. Le notti vengono trascorse in bianco. E quando anche gli aerei da combattimento israeliani si concedono una tregua, in cielo restano i droni a scrutare la vita degli abitanti di Gaza: strada per strada, casa per casa, finestra per finestra.

L’ULTIMO POST SU FACEBOOK

Il ronzio infinito dei droni – Non uno, non dieci, ma sono molti di più. Per uno che torna alla base, altri lo sostituiscono. E il sordo ronzio, si dice a Gaza, “cucina il cervello della gente come un forno a microonde”. Si cercano rimedi, si tenta di tapparsi le orecchie come si può: ad esempio con cuffie stereofoniche. Ma la musica delicata non basta a coprire il rumore dei droni israeliani. Occorre accrescere il volume. E quanto si può resistere in queste condizioni? Forse questi, o pensieri simili, passavano nella testa di Anas quando ha tracciato le sue ultime parole su Facebook: un testamento virtuale, che però è subito andato a segno nei cuori della gente. di Daniele Venturi (alcune fonti della rete ed una ricerca del Tg Com)

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  • se lo sentiva? lui è andato fra quegli angeli che noi ci vediamo attorno ogni minuto...Un angelo nuovo che DeVE proteggere i suoi compagni ciao ragazzo a presto..ci vedremo fra le stelle quelle che ogni sera brillano per noi

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