Prendo in prestito un estratto del discorso di papa Francesco alle monache di clausura di Assisi, ma che possiamo applicare a preti, vescovi, missionari, genitori, ecc.. Non consacrati chiusi nel clericalismo o sul piedistallo, nemmeno spiritualisti senza cuore, ma uomini sedotti da Cristo. “Quando una suora va per la strada della contemplazione di Gesù Cristo, della preghiera e della penitenza con Gesù Cristo, diventa grandemente umana. Le suore di clausura sono chiamate ad avere grande umanità, un’umanità come quella della Madre Chiesa; umane, capire tutte le cose della vita, essere persone che sanno capire i problemi umani, che sanno perdonare, che sanno chiedere al Signore per le persone. La vostra umanità. E la vostra umanità viene per questa strada, l’Incarnazione del Verbo, la strada di Gesù Cristo. E qual è il segno di una suora così umana? La gioia, la gioia, quando c’è gioia …. Non idee astratte, non idee astratte, perché seccano la testa. La contemplazione delle piaghe di Gesù Cristo! E le ha portate in Cielo, e le ha! E’ la strada dell’umanità di Gesù Cristo: sempre con Gesù, Dio-uomo”. di Roberto Oliva
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Bell'articolo. Permettimi però di dire che così è evidente un equivoco. Riducendo il fondamento della fede salda nell'umanità personale realizzata si rischia di far intendere che anche un ateo o un musulmano, ad esempio, possano essere buoni "cittadini" e "uomini" senza scontrarsi con l'errore della propria condotta, intrinsecamente errata perchè fuori dall'Unica, Vera, Chiesa Cattolica Apostolica Romana, che non si basa sugli uomini...
Grazie per la cortese segnalazione, però non intendevo ridurre la fede nell'umanità. E comunque se secondo te esiste il rischio che un ateo non può essere buon cittadino o buon uomo, ti invito a leggere i testi conciliari che sono ben chiari in merito; in particolare: LG 16, GS 16,21.
Ringrazio te per il fruttuoso confronto che ci dai la possibilità di fare, anche con la nostra coscienza. Vorrei però domandarti a quale concilio tu ti riferisca riguardo ai testi da te citati. Gli atei, per cecità spirituale, non vogliono conoscere Dio il quale, come dice il Doctor Angelicus, è possibile conoscere partendo dal creato stesso. E' esplicita l'ignoranza degli atei in questo senso, i quali non possono dunque neppure rettamente considerare il concetto di "umanità", considerato da loro come fine a se stesso.
Viste le sigle dei documenti mi riferisco al concilio ecumenico vaticano II. Il concetto di umanità è comune a credenti e non, anche se per noi credenti il concetto si eleva proprio per l'incarnazione di Dio.
Ti ringrazio per la precisazione. Convengo con te riguardo la comunanza del concetto tra noi e i non cattolici, tuttavia è palese l'enorme divario tra le due concezioni.
L'importante è che entrambe portino a Dio. Leggi cmq bene i testi del concilio, le mie parole contano poco.
"Extra Ecclesiam nulla salus". Mi permetto di ricordarti che questa è verità, dogma di fede. Leggi a tal proposito l'art. 114 del Catechismo del Concilio di Trento sulla cattolicità, insieme al sillabo di Pio IX, soprattutto la proposizione XVI; negli articoli 169, 171, 172 ribadiscono la stessa cosa, unitamente a Lumen Gentium 14 del secondo Concilio Vaticano. Il catechismo di Giovanni Paolo II non dice differentemente negli articoli 816, 819, 846-848. L'affermazione che entrambe le strade portino a Dio è profondamente errata, in quanto contro la verità della Fede come è sancita dalla Chiesa Cattolica Romana.