La modella brasiliana Délleny Mourão, di 20 anni, ha pubblicato una confessione impressionante sulle reti sociali. Tra gli esempi delle pressioni imposte a lei e alle sue colleghe, Délleny ha raccontato di aver abbandonato la carriera di modella perché era obbligata a fumare e a prendere dei lassativi e afferma che il suo contratto è stato rescisso perché lei era fuori dal range delle “misure” giuste, ovvero perché non aveva un corpo magro in modo malato come viene richiesto oggi dal mercato.
Le sue denunce vanno ben al di là di questo e rivelano un mondo scioccante, che va dalle umiliazioni quotidiane al consumo di droghe, dalla prostituzione in cambio di opportunità lavorative all’aborto indotto.
Ecco la testimonianza postata da Délleny.
Confidenza: Perché non voglio più essere una modella!
Voglio dire chiaramente che non sono una di quelle persone che espongono la propria vita su Internet, ma nella situazione in cui vivo ho bisogno e devo raccontare e scrivere abbondantemente al riguardo…
Il 17 agosto la mia ex agenzia di San Paolo (non farò nomi) ha rescisso il mio contratto per un unico motivo: NON SONO MAI RIENTRATA NELLE MISURE.
Il direttore dell’agenzia mi ha proposto di passare uno o due mesi a casa per non accumulare altri debiti (perché non lavoravo a San Paolo e non riuscivo a pagare l’affitto). Ne avrei approfittato per cercare di adattarmi alle misure, e quando fossi tornata sarei andata a Milano o a Los Angeles, secondo quanto mi ha detto. E allora ho accettato.
Sono tornata a Fortaleza. Tutti i giorni mi ammazzavo tra esercizio fisico e un’alimentazione povera, e quindi mi sono ammalata, sono diventata anemica e ho visto il mondo della moda da un’altra angolazione. Mi chiedevo tutti i giorni se valesse la pena di fare quei sacrifici.
Ho compiuto 20 anni ad agosto e non sono riuscita a festeggiarli perché ero parecchio depressa. Sapevo che quell’età era eccessiva per la moda, e oltre a grassa ora ero anche “vecchia”.
E allora, già me lo sentivo, ho ricevuto un’e-mail che mi avvisava della rescissione e di un termine scaduto, cosa della quale non ero mai stata avvisata. Sono rimasta quasi due mesi senza uscire di casa tanto ero depressa. Era svanito un sogno.
La foto che ho pubblicato è dell’epoca della São Paulo Fashion Week (SPFW), poco prima di tornare. Si può vedere chiaramente che ero/sono una persona molto magra.
Pesavo quasi 50 chili, ma ho i fianchi “larghi”, il che rendeva tutto ancora più difficile. Oscillavo sempre tra gli 89 e i 91 cm di fianchi, ricordando che le modelle fashion devono averne 87 o 88.
Nel contratto si dice che la modella che non rispetta le misure dell’agenzia può vedere cancellato il proprio contratto, ma è giusto applicare quelle misure solo ad alcune modelle? Perché non si applicano anche a tutte le altre ragazze “fuori misura” come me? Vi garantisco che non ero solo io a non rispettarle. Strano, no?
Per via di tutto questo, ho assistito a varie assurdità e vorrei raccontarle…
Ho visto ragazze assumere lassativi per dimagrire.
Ho visto ragazze con compulsioni nei confronti del cibo.
Ho visto ragazze che andavano al supermercato solo nella parte dedicata alla degustazione, perché era un modo per riuscire a mangiare.
Ho visto il vomito in bagno.
Ho visto un booker offrire del lassativo.
Ho visto ragazze che si riempivano di tè all’ibisco per dimagrire.
Ho visto un booker dirmi che dovevo avere 86 di fianchi. Immaginate un po’, 86!
Ho visto una ragazza che in un anno è stata tra le protagoniste della SPFW e poi è stata punita dal produttore/fotografo che possiede la maggior parte delle sfilate della SPFW perché era “grassa”. E da allora non l’ha chiamata per nessuna sfilata.
Ho visto una ragazza dire: “Mangia, poi prendi un lassativo”.
Ho visto una ragazza mangiare di nascosto.
Ho visto una ragazza svenire perché non mangiava.
Ho visto ragazze minorenni che assumevano bevande alcoliche nell’appartamento delle modelle.
Ho visto una ragazza rubare del cioccolato dall’armadio di un’altra.
Ho visto uno stilista famoso dire in francese cose razziste e volgari alle modelle in un casting per la SPFW.
Ho visto una ragazza dover uscire con il promotore per ottenere un lavoro.
Ho visto una ragazza uscire con il promotore per mangiare gratuitamente in un ristorante giapponese.
Ho visto una ragazza di 17 anni uscire con il proprietario dell’agenzia.
Ho visto una ragazza fumare per dimagrire.
Ho visto uno scouter dire di aver aiutato una ragazza ad abortire.
Ho visto modelle che seguivano la pericolosa dieta USP.
Ho visto il padrone dell’agenzia offrire bevande alcoliche alle modelle minorenni.
Ho visto una ragazza minorenne arrivare dopo le 22.00, e non potendo entrare ha dormito in strada, perché le regole non lasciano entrare dopo le 22.00.
Ho visto una delle modelle rubare quasi 400 reais a un’altra ragazza.
Ho visto una modella mettere del lassativo nello yogurt di un’altra.
Ho visto una ragazza non ottenere un lavoro perché era bassina.
Ho visto una ragazza bassa sentire le derisioni di altre modelle.
Ho visto una festa organizzata dall’agenzia in cui il luogo era pieno di promotori, bibite e droghe.
Ho visto uno scouter dire di essere “psicologo” ma non aver mai avuto l’atteggiamento di uno di essi – in realtà sembrava più che altro un sociopatico.
Ho visto uno stilista smettere di pagare una modella.
Ho visto un’agenzia non pagare il fotografo.
Ho visto uno stilista dire che “si paga solo con i vestiti”.
Ho visto uno stilista umiliare una modella (era una cosa molto comune).
Ho visto tutto questo e molto di più in appena 5 mesi e mezzo…
Vivevamo in un appartamento piccolo e vecchio. Le ragazze dormivano su un materasso per terra o sul divano quando la casa era piena. C’era solo una stufa, nella quale funzionavano solo tre bruciatori (e male). C’era un solo bagno per 23 modelle.
Provengo da una periferia e da una famiglia umile, e avendo vissuto molte difficoltà non mi lamento per le stupidaggini, ma dover stare lontana dalla famiglia e dagli amici pagando un prezzo così alto non era una cosa facile da accettare.
E poi bisognava convivere con la rivalità. Molte soffrivano la fame e gareggiavano per vedere chi perdeva più peso. Era una lotta di ego che non permetteva l’esistenza di un’amicizia. Raramente…
La pressione, la paura di non lavorare e di uscire dal mercato è costante. La paura di non piacere al cliente. La paura di non stare nel circolo di San Paolo. La paura che arrivi un’altra modella simile a te e prenda il tuo posto. La paura di non entrare in nessuna sfilata nella settimana della moda. La paura di invecchiare. La paura di non viaggiare all’estero. Una paura enorme e di una serie di cose senza l’aiuto di nessuno psicologo/nutrizionista per orientarci.
So che nel lavoro esistono innumerevoli difficoltà e che nel mondo competitivo in cui viviamo la lotta nel mercato del lavoro non sarà mai facile, in nessun settore, ma a tutto dev’esserci un limite. Accettare tutto a braccia incrociate o fingere che non sia successo niente per paura di essere giudicata non cambierà nulla, mai.
E allora prestate attenzione a questo consiglio:
Attenzione a quei concorsi che scoprono le supermodelle!
Evitateli!
Le modelle sono alienate, non per colpa loro, ma per tutto il sistema ripugnante, antiprofessionale e disumano che è il mondo della moda, che usa la persuasione e la manipolazione, promuovendo un mondo di glamour, dalle agenzie ai produttori, dai truccatori alle riviste, dai fotografi agli scouter.
Ovviamente non bisogna generalizzare. C’è qualcuno che si salva in questo universo bugiardo, ma non sopravvive a lungo, o accetta tutto ad occhi chiusi per paura di perdere il lavoro.
E non credete al fatto che le modelle siano magre per natura. È una bugia. Ho vissuto con 44 modelle per 5 mesi, e di queste 44 solo 8 non seguivano una dieta. È tutto molto più doloroso, miserabile, corrotto, ingiusto e depressivo di quanto possiate immaginare.
Un consiglio: non entrateci. Non vi mischiate. La moda è sempre stata una menzogna. I potenti sono lì solo per arricchirsi, e a loro non importa se la modella X o Y sta soffrendo la fame per entrare nei loro vestiti. Ciò che conta è quanto denaro otterranno alla fine del mese.
Il fatto è che dopo aver vissuto tutto questo mi hanno chiamata ingrata. Lo sarò davvero?
Dopo le ripercussioni di questo testo, che è diventato virale in Internet, la rivista Veja è entrata in contatto con l’agenzia che aveva contrattato Délleny e ha parlato anche con la modella.
Redazione Papaboys (Fonte it.aleteia.org)
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