A un anno dal tragico crollo del Ponte Morandi, che ha causato 43 morti, si fanno i primi bilanci nonostante che le indagini sulle cause del disastro siano ancora in corso. A scriverlo è l’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, nell’ultima edizione diffusa.
E si rivive lo choc e il dolore attraverso i racconti dei sopravvissuti, dei parenti delle vittime e degli sfollati. Il 14 agosto tutta la città si fermerà per rendere omaggio alle vittime. A Genova arriveranno le massime istituzioni nazionali.
Non si placano le polemiche sulle cause e le responsabilità che per la magistratura si traducono in una montagna di documenti, come i 60 terabyte di dati gestiti da un software dell’Fbi, 70 indagati e due società, due incidenti probatori in corso, staff di periti al lavoro per rispondere ai 40 quesiti del giudice per le indagini preliminari sulle cause del crollo entro la prossima udienza del 18 gennaio.
Alcuni numeri parlano chiaro: quasi 80 milioni di indennizzi agli sfollati della zona rossa e agli abitanti di quella arancione, 400 milioni di danni subiti da imprese e commercianti, 2 milioni al giorno per i costi del traffico diventato un incubo. Inoltre, è di pochi mesi fa il getto per la prima fondazione del nuovo Ponte.
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Tante promesse restano mancate: a un mese dal crollo il ministro dei trasporti Danilo Toninelli annunciava la nascita di una task force mai vista fino a oggi per monitorare le infrastrutture nazionali e verificarne lo stato di salute. Sulla carta, il nuovo pool sarebbe stato operativo già a dicembre dello scorso anno, ma non è stato così. Non è andata meglio neanche per la creazione della banca dati che dovrebbe garantire all’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali (Ansfisa) input millimetrici.
Intanto, c’è una rilevazione della Nasa: il Ponte Morandi aveva iniziato a deformarsi già dal 2015, quindi anni prima del crollo. Lo dimostrerebbe lo studio realizzato dal «Jet propulsion laboratory» di Pasadena, in California.
Padre celeste,
dal quale proviene ogni bene,
ricevi benigno
nel tuo seno misericordioso
tanti fratelli nostri qui sepolti
dalle forze scaturite dalla natura.
Conducili alla dimora eterna
che Gesù, tuo Figlio, ha preparato
a coloro che lo riconoscono
come tuo inviato
e lo servono con amore,
scoprendo la sua presenza
nei fratelli più piccoli.
Essi credettero e sperarono in te;
ricevettero il battesimo di rigenerazione,
si nutrirono con l’Eucaristia
che è principio di immortalità,
vissero nell’amore
con il quale tu premi eternamente.
Padre, ricco di misericordia,
consola il dolore di tante famiglie,
asciuga le lacrime di tanti fratelli,
proteggi la solitudine di tanti orfani.
Infondi a tutti coraggio e speranza
perché il dolore si trasformi in gioia
e la morte, nella fede,
sia principio di vita nuova.
(Giovanni Paolo II)
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