Siamo impastati di verità e la verità, quando parliamo, prima o poi esce fuori. Ben vengano i toni accesi di una campagna elettorale se a proposito del “fare la mamma” (Giorgia Meloni) o dell’essere donna “brutta e obesa” (Patrizia Bedori) qualcuna “perde le staffe” e, rispondendo per le rime, esce fuori la verità, cioè si rende visibile quello che a volte per motivi di convenienza spicciola, non si vorrebbe far vedere.
La Meloni che dice “sarò mamma comunque e spero di essere un’ottima mamma, come lo sono tutte quelle donne che tra mille difficoltà e spesso in condizioni molto più difficili della mia riescono a conciliare impegni professionali e maternità” o la Bedori che replica “mi avete chiamato casalinga e disoccupata per offendermi” danno risposte perfette. Insomma, a volte, perdere il controllo di quello che si dice, va bene. Soprattutto se sotto i nostri vestiti sociali, culturali, borghesi, noi nascondiamo non indumenti vergognosi ma chi siamo, cosa pensiamo, cosa crediamo veramente.
Mentire è difficile. Alla lunga, l’unico modo vero di dire bugie è il silenzio. Perché la verità ce l’abbiamo dentro come esigenza esistenziale e prima o poi viene fuori: vergognosamente per Bertolaso, da applauso per Meloni e Bedori. Noi, lo si voglia o no, diciamo la verità per il solo fatto di esistere.
Tante battaglie combattute, ma poi basta un po’ di clima elettorale frizzantino che subito esce fuori che le donne, nei luoghi del potere politico, sono solo tollerate. Vai a fare la mamma detto ad una donna incinta che sta facendo il suo lavoro è roba stupida, vecchia. È roba da mobbing. È roba da perdere la campagna elettorale. Dire poi ad una donna che è “obesa e brutta” è il più bieco dei luoghi comuni.
Ma la cosa bella, è che le due donne insultate hanno risposto. Al di là di quello che hanno detto, è importante sottolineare che da tempo le donne non stanno più zitte. Poiché i soprusi dei cretini ci saranno sempre, allora bisogna imparare proprio questo: che l’importante è non tacere. Non dire, facendo spallucce, “non fa niente, è solo una frase stupida”. No, è un’offesa è bisogna reagire. È una questione di dignità verso se stessi registrare che si è subito una ferita e chiedere, in qualche modo, di essere risarciti.
La verità non va detta solo quando si perdono le staffe ma va vissuta nella propria quotidianità di donne e di persone. E finalmente le donne lo fanno. E fanno fare a chi le offende una figura pessima. Ma proprio pessima.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da L’Huffingtonpost