Gli straordinari miracoli di Santa Teresina del Bambin Gesù
L’allora Priora del monastero, madre Carmela del S. Cuore di Gesù (al secolo Ida Piccinno), si trovava a letto vittima di una malattia in quel tempo molto diffusa: la pleurite. Alle prime luci dell’alba di quel 16 gennaio, avvertì una strana sensazione, come se qualcuno la toccasse sul petto, scuotendola come per svegliarla.
Rivolgendosi allo sconosciuto personaggio la madre disse: « Lasciatemi, poiché sono tutta sudata ». E subito una voce con tonalità femminile le rispose: « Non temete, ciò che faccio è per il vostro bene, non per il vostro male ». E continuò: « Dio si serve indifferentemente degli esseri del cielo come di quelli della terra: ecco, io vi porto cinquecento lire per sovvenire ai bisogni della vostra comunità ». La priora rispose: « Ma i debiti del convento sono solo di trecento lire! ».
Solo molto tempo dopo si scoprirà che quella strana voce apparteneva a S. Teresa di Gesù Bambino, conosciuta anche come Teresa di Lisieux e come Santa Teresina. Ma a questo punto è doveroso fare un piccolo passo indietro onde spiegare il motivo per cui la madre superiora del monastero avesse urgente bisogno di quelle trecento lire.
Una legge del governo italiano del 17 febbraio 1861 aveva stabilito l’espropriazione e la soppressione di moltissimi beni ecclesiastici, soprattutto nel Meridione d’Italia, laddove erano anche più numerosi. Tra questi beni figurava il monastero delle Carmelitane di Gallipoli, che come gli altri poteva garantirsi la sopravvivenza solo pagando una cospicua percentuale di tributi all’erario.
La lettera autografa di madre Maria Carmela, priora del monastero delle carmelitane scalze di Gallipoli, a madre Agnese, con il racconto del miracolo; a destra un ritratto di suor Maria Carmela del Cuore di Gesù. Foto: Mensile 30 GIORNI
Fino al 1910 la comunità delle Carmelitane di Gallipoli si era retta grazie al provvidenziale ingresso in convento di una nobile e facoltosa giovane gallipolina, Ida Piccinno (poi divenuta madre Carmela del S. Cuore di Gesù), che qualche anno dopo la professione solenne dei voti fu, con una speciale dispensa del Papa, eletta priora del monastero. Si tratta dunque della stessa priora che sarà protagonista dell’episodio di cui stiamo parlando. Madre Carmela fino al 1908 non aveva mai sentito parlare di quella giovane carmelitana d’oltralpe morta in odore di santità qualche anno prima.
E d’altronde non c’è da stupirsi per questo, visto che persino in Francia la piccola Teresa non era ancora considerata né una mistica, né tanto meno una santa, neppure tra le mura del suo stesso convento. Sappiamo infatti che solo nel 1925 Teresa Martin (questo era il suo nome “nel mondo”) fu proclamata santa dall’allora papa Pio XI.Madre Carmela dunque venne a conoscenza della spiritualità di Teresa solo dopo che la priora delle suore Marcelline di Lecce le fece dono dell’autobiografia della mistica francese, meglio nota col titolo di “Storia di un’anima”, divenuto poi un best-seller.
Intanto il monastero di Gallipoli chiuse l’anno 1909 con un deficit, riscontrabile ancor oggi nel libro dei conti, il passivo ammontava appunto a trecento lire. Fu così che madre Carmela decise di cominciare assieme alle sue consorelle un triduo di preghierealla SS. Trinità chiedendo l’intercessione di Teresa di Lisieux. Così la notte fra il 15 e il 16 gennaio 1910. L’ ultimo giorno del triduo, accadde ciò che le
carmelitane speravano, ma che nessuno pensava potesse realmente avvenire.
Dopo l’apparizione in sogno di Teresa di Gesù Bambino, madre Carmela corse verso la cassetta delle offerte, collocata nella “stanza della ruota” e con immensa meraviglia vi trovò le cinquecento lire promesse. Nel dialogo poi tra madre Carmela e S. Teresina vi furono degli elementi che permisero a questo miracolo di pervenire alla Congregazione per le Cause dei Santi e, quindi, di essere ritenuto utile per il processo di beatificazione e poi santificazione di Teresa di Lisieux.
Due sono gli elementi più significativi: il primo è la presentazione che S. Teresa fa di se stessa dicendo alla priora del Carmelo di Gallipoli di “non essere la nostra Santa Madre (S. Teresa d’Avila) ma la Serva di Dio, Suor Teresa di Lisieux”; il secondo elemento è la frase di commiato pronunciata da S. Teresina: “La mia via è sicura. Non mi sono sbagliata seguendola”. Solo dopo diversi anni si saprà infatti che la carmelitana di Lisieux aveva detto ancora in vita alle sue consorelle “un giorno vi farò sapere se la mia via è sicura”.
A quel prodigioso evento del gennaio 1910 ne seguirono altri e sempre con lo scopo di non far ricadere nei debiti il monastero di Gallipoli. Oggi quel monastero
ospita circa venti carmelitane, ed è divenuto uno dei più floridi e significativi Carmeli d’Italia.
A seguire i casi che hanno portato all’apertura della causa di canonizzazione della santa:
1) Suor Louise di St. Germain delle Figlie della Croce, soffriva di una malattia organica, una tomba ulcera allo stomaco che era hemorraghic. Il ricorrere all’intercessione di Teresa, è stata restaurata per la salute perfetta, come tre medici eminenti all’unanimità testimoniato su richiesta della Sacra Congregazione dei Riti.
2) Il secondo miracolo era alquanto simile al primo. Ha coinvolto la guarigione di un giovane seminarista, Charles Anne. Carlo è stato vittima di emottisi polmonare cavitaria del palcoscenico. Ha con fiducia invocato l’aiuto del Servo di Dio ed era perfettamente guarito. Questo era chiaro dalla testimonianza di tre medici, e dai motivi su cui si basavano le loro decisioni.
Il Carmelo di Lisieux ha ricevuto – e continua a ricevere migliaia di rapporti relativi a guarigioni ottenute tramite l’intercessione di santa Teresina.