Un disastro dietro l’altro per il sindaco Marino (noi ve lo diciamo da un po’)

Il Sindaco di Roma continua ad essere coinvolto in varie situazioni non lineari, ad un ritmo di… una dopo l’altra. E proprio nella città dei ‘furbetti del Quartierino’. Che sia l’ora di dire veramente basta e chiudere questa vergognosa pagina?



Vi proponiamo il dossier pubblicato dal sito L’Inkiesta. Dalla Panda rossa alle cene, passando per il viaggio a Philadelphia: tutti i passi falsi del sindaco di Roma, vicino alla dimissioni

I titoli di coda, nel Truman Show che ha per protagonista Ignazio Marino sindaco di Roma capitale, si fanno attendere. Ora è il tempo dei flashback: tutti gli scivoloni che hanno contraddistinto i due anni e quattro mesi che separano queste ore di annunci e smentite, pressioni e resistenze, dall’elezione e dalla prima uscita in bicicletta verso il Campidoglio.

10 giugno 2013: quando tutto ebbe inizio

Finisce l’era di Gianni Alemanno. Ignazio Marino viene eletto sindaco con il 63,9% dei voti, al ballottaggio.

Giugno 2014 – Fori imperiali pedonali

Una promessa mantenuta, anche se almeno inizialmente non mancano le polemiche dei commercianti: i Fori imperiali vengono resi pedonali, nel weekend e in via sperimentale. I camion-bar vengono fatti sloggiare dal Colosseo e i vigili intensificano le attività contro gli abusivi e il fenomeno del “tavolino-selvaggio” nel centro storico.

Ottobre 2014 – Matrimoni gay

Il sindaco decide di trascrivere i matrimoni gay nei registri comunali. Scontata l’irritazione del Vaticano. Meno scontata la battaglia istituzionale che ebbe luogo con il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Il Tar ha dato ragione a quest’ultimo e respinse la richiesta, avanzata dal sindaco e da due delle 16 coppie coinvolte, di sospensione dell’atto di annullamento della trascrizione.

Novembre 2014 – Le multe alla Panda rossa

La prima vera contestazione politica arriva a Marino per le otto multe non pagate per aver parcheggiato in sosta vietata e senza permesso Ztl. Il totale non pagato era pari a circa 645 euro. Marino sostiene che hacker informatici si sarebbero intrufolati nella rete del Comune. Poi ammette anche che c’è stato un ritardo nel pagamento del permesso.

Novembre 2014 – Roma allagata

Polemiche il 6 novembre 2014, quando Roma è sotto la pioggia, si teme uno stato di emergenza e il sindaco decide di partecipare all’assemblea dell’Anci a Milano. Si parla, per paradosso, del rischio idrogeologico. Le polemiche si moltiplicano. Alle giustificazini di Marino si contrappone l’immagine di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, al lavoro al fianco della Protezione Civile.

Dicembre 2014 – Mafia Capitale

L’inchiesta su Mafia Capitale coinvolge soprattutto la giunta Alemanno ma colpisce anche l’amministrazione Marino. Sul sindaco attuale Salvatore Buzzi, uno dei principali indagati dell’inchiesta, dice: «Se resta sindaco altri tre anni e mezzo, con il mio amico capogruppo, ci mangiamo Roma». Un’allusione che si riferisce all’incapacità di controllo e non alla connivenza. Ma una foto di Marino e dell’ex vicesindaco Luigi Nieri intenti a parlare con Buzzi nella sede della cooperativa “29 giugno”, in un incontro per la campagna elettorale, mette in imbarazzo il primo cittadino. Fino ad allora aveva dichiarato di non aver mai parlato con Buzzi. Il vicesindaco Nieri alla fine sarà costretto a dimettersi per far posto al Pd Causi.

Giugno 2015 – Destra torni nelle fogne

Il sindaco scivola in una gaffe, nel tentativo di non farsi logorare dagli attacchi: «Quello che ho visto in Campidoglio dopo l’arrivo di una destra che non ha vergogna: tornino nelle fogne da dove sono venuti invece di dare lezioni di democrazia e rigore a noi che siamo i naturali eredi». Poi è costretto a scusarsi.

Luglio 2015 – Rimpasto della Giunta

A causa dello scandalo di Mafia Capitale, Ignazio Marino su pressione di Renzi accetta di sostituire politici e dirigenti coinvolti. Si crea una giunta composta tutta da esponenti del Partito democratico. Sono quattro i nuovi assessori: Marco Causi vicesindaco, Stefano Esposito ai Trasporti, Marco Rossi Doria alla Scuola e Luigina Di Liegro, nipote del fondatore della Caritas diocesana di Roma, Don Luigi Di Liegro, al Turismo.

Agosto 2015 – Poteri speciali al prefetto

Il governo attribuisce poteri speciali al prefetto Gabrielli, in vista del Giubileo. È una mossa che scongiura lo scioglimento del Comune da parte del ministero dell’Intero, ma Palazzo Chigi affianca a Marino il prefetto Franco Gabrielli. I sindaco intervenendo all’assemblea dei costruttori romani lo chiama «la mia badante».

Agosto 2015 – Funerali Casamonica

Il sindaco Marino è in vacanza ai Caraibi e a Roma si svolgono i funerali del boss Vittorio Casamonica. Fiori lanciati dall’elicottero, musica del Padrino, tutti i clichè del funerale mafioso. I Casamonica sono una famiglia spesso coinvolta in episodi di criminalità organizzata. Le polemiche vanno avanti per giorni a causa dell’autorizzazione data allo svolgimento in quella forma del funerale.

Agosto 2015 – I rifiuti a Roma

Con la chiusura della discarica di Malagrotta i romani si ritrovano sommersi dall’immondizia. L’Ama, azienda che dovrebbe occuparsene, non riesce a gestire il servizio in modo efficiente. Le immagini del degrado di Roma capitale fanno il giro dei giornali internazionali, a partire dal New York Times.

Settembre 2015 – Viaggio in Usa

Il Papa effettua il suo viaggio negli Usa e Ignazio Marino va a Philadelphia, una delle mete del viaggio papale. Il Pontefice, rispondendo a una domanda, dice di non aver invitato il sindaco. Si scopre che il viaggio era collegato a una conferenza all’università di Princeton e che il Comune ha speso diverse migliaia di euro.

Ottobre 2015 – Spese sospette

Marino, rispondendo alle accuse sulle spese per il viaggio a Philadelphia, pubblica tutte le spese sostenute con la carta di credito del Campidoglio. Tra le voci ci sono però alcune cene dal dubbio valore istituzionale. Un esposto viene presentato da Fratelli d’Italia e M5S. Marino dichiara che verserà 20mila di tasca propria relativi proprio alle cene contestate.




Fonte: L’Inkiesta – Link al servizio originale

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