Ha fatto irruzione nel cortile della chiesa e ha dato fuoco al presepe. E quando è stato bloccato dai carabinieri, ha dichiarato di essere musulmano e di aver agito per distruggere simboli cristiani.
Lui, 25 anni, originario del Gambia, con permesso di soggiorno, alla fine è stato arrestato con le accuse di danneggiamento, incendio doloso e resistenza a pubblico ufficiale. È accaduto ieri a Foggia, nella parrocchia della Madonna del Rosario, in via Gugliemi, dove si sono vissuti momenti di grande paura. Secondo quanto emerso dalle indagini, il 25enne ha prima mandato in frantumi la teca contenente una statua della Madonna; poi ha provocato l’incendio.
L’allarme è stato dato dal parroco, che è subito intervenuto tentando di bloccarlo e ha avvisato i carabinieri. I militari sono giunti subito sul posto, ma non è stato facile riportare la situazione alla calma; al contrario, il migrante ha reagito cercando di sfuggire all’arresto, ma è stato arrestato e condotto in carcere. L’uomo si trova in Italia da circa due anni ed è senza fissa dimora: quando è stato interrogato era ancora in preda a uno stato di alterazione psicofisica e ha comunque confermato di aver essere stato ispirato da odio religioso e di aver quindi agito per colpire i simboli cristiani.
Negli ultimi giorni anche in Puglia sono stati intensificati i controlli sui migranti, come disposto dal Viminale dopo l’attacco terroristico di Berlino. La provincia di Foggia viene considerata una zona a rischio per la presenza di diverse baraccopoli, autentici ghetti dove trovano posto migliaia di extracomunitari, in gran parte fantasmi di cui si sa poco o nulla, manodopera a basso costo reclutata e sfruttata dai caporali che gestiscono la raccolta di frutta e verdura: il timore è che in queste zone, una gigantesca terra di nessuno senza alcun controllo dove la gente vive ammassata in un groviglio di lamiere e baracche, possa attecchire l’ideologia fondamentalista.
Per questa ragione sono state rafforzate le misure di sicurezza, così come accaduto anche in altre zone della Puglia. I riflettori degli investigatori sono puntati in particolare sul porto di Bari, delicato crocevia affacciato su Balcani e tutto sommato non molto distante dal Medio Oriente, un corridoio strategico per i foreign fighters. Proprio da qui passò per due volte Abdeslam Salah, uno degli artefici del massacro di Parigi del 13 novembre del 2015.
Fonte: Il Giornale