In Ucraina c’è una bambina disabile, avuta da una coppia americana con la maternità surrogata, ma rifiutata da loro.
La giornalista che aveva scoperto la storia di Gammy, il bambino nato da una madre surrogata thailandese, figlio di una coppia australiana e abbandonato perché venuto al mondo con la Sindrome di Down, ha scoperto un’altra storia agghiacciante in Ucraina.
Una bambina di 3 anni di nome Bridget Irmgard Pagan-Etnyre, cresce da sola, senza una mamma e un papà, in una città a sud di Kiev, capitale dell’Ucraina, per un orribile “scherzo” del destino.
I genitori americani, il papà trentanovenne Matthew Scott Etnyre e la mamma sessantunenne Irmgard Pagan, avevano stipulato un contratto di utero in affitto in Ucraina
. Nel febbraio del 2016 la mamma surrogata ha dato alla luce, alla 25° settimana di gravidanza, due gemelli. Uno è morto e l’altra è la piccola Bridget, che ha lottato tenacemente per la vita con i suoi 800 gr. di peso.La piccola aveva danni cerebrali e, per questo motivo, è stata abbandonata dai genitori che sono tornati in California.
Dopo 5 mesi, hanno inviato una lettera per invitare i sanitari a smettere di curare la figlia perché i danni erano irreversibili.
“Non porteremo questa bimba in America, è incurabile”.
La piccola però è sopravvissuta e migliorata un po’, però è legalmente figlia della coppia americana, non ha la cittadinanza ucraina e così non può essere adottata.
Quindi cresce presso il Sonechko Children’s Home, assistita, in modo particolare, dall’infermiera Marina Boyko, che se ne prende cura fin dalla nascita.
“Non puoi giudicare un bambino appena nato, non ci piace questo bambino, volevamo che avessi un sorriso hollywoodiano alla nascita. Io vorrei dire loro che hanno una figlia straordinaria“ aggiunge Marina Boyko.
Marina ha cercato di aggiornare la coppia sui progressi di Bridget, ma senza mai ottenere risposta.
Quando la piccola aveva 2 anni quegli stessi genitori, hanno inviato un altro documento, “firmato alla presenza del console generale dell’ambasciata Usa” in cui davano il benestare per l’adozione di Bridget. Il documento però non è riconosciuto dalla legge ucraina.
La piccola non è una cittadina ucraina e niente è stato fatto per farla diventare a pieno titolo cittadina americana, quindi è senza patria.
Ora Bridget ha 3 anni e mezzo ed è disabile, ha un ritardo intellettivo e motorio, Marina Bokoyo assicura che la piccina può capire quello che le si dice e, probabilmente potrà camminare.
I genitori americani non hanno negato i fatti, ma non hanno voluto spiegare i motivi del loro rifiuto.
In Ucraina la maternità surrogata è legale per le coppie eterosessuali sterili e, in pochi anni, sono sorte agenzie e cliniche, mamme surrogate si sono offerte, solitamente le ragazze più povere.
Biotexcom è l’agenzia ucraina usata dalla coppia americana, il suo proprietario però, Albert Tochilovsky, nega di aver avuto come clienti i genitori di Bridget.
Tempo fa il proprietario era temporaneamente finito agli arresti con l’accusa di traffico di bambini, falsificazione di documenti e frode fiscale, ma non è stato processato.
Nonostante abbia negato un legame con il caso di Bridget ha ammesso che ci sono stati alcuni bambini figli di donne della sua agenzia nati con danni cerebrali. Sempre Albert Tochilovsky ha negato che questo sia accaduto per inappropriati trattamenti medici organizzati dalla sua agenzia.
Secondo fonti ufficiali ci sono 10 bambini nati con maternità surrogata abbandonati in Ucraina da genitori stranieri.
Stando agli ultimi aggiornamenti sulla situazione di Bridget di cui si parla su Abc net la piccina verrà legalmente riconosciuta come cittadina ucraina e resa disponibile per l’adozione.
Fino a quel momento rimarrà presso la Sonechko Children’s Home, se entro i 7 anni non avrà una famiglia lascerà questo istituto per un altro, dove non riceverà più la terapia che le serve.
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