Al contrario di molti uomini di Chiesa, di politici di ordine e grado e di tanta ricca umanità, Papa Francesco sta cambiando veramente le cose, e non solo la loro percezione. Quello che è accaduto oggi ha davvero dell’incredibile!
Il Venerdì della Misericordia porta il Papa in Piazza San Pietro per visitare a sorpresa il Presidio Sanitario e poi ad incontrare i poveri e i senzatetto che da oggi verranno ospitati a Palazzo Migliori, nel nuovo Centro di accoglienza notturno e diurno. Gioia e commozione per questo ennesimo grande gesto di carità
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
La pioggia battente e le raffiche di vento non hanno fermato la misericordia del Papa che oggi nel tardo pomeriggio dopo aver visitato il presidio sanitario in piazza San Pietro, allestito nell’ambito della III Giornata Mondiale dei Poveri, ha inaugurato il Centro di accoglienza notturna e diurna per le persone senzatetto. Al suo fianco, il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere pontificio, e braccio caritativo del Santo Padre, sempre dalla parte degli ultimi. Il porporato ha guidato Francesco tra le stanze e i luoghi che da ora in poi daranno ai poveri della città la possibilità di un riparo sicuro e dignitoso. Subito dopo, nel salone della struttura, il Pontefice ha incontrato alcuni dei primi ospiti riservando loro abbracci di benvenuto in questa nuova accogliente dimora.
A nessuno è mancato il suo saluto e le sue parole di tenerezza hanno scaldato i cuori in questa fredda e piovosa giornata di metà novembre. Infine un momento conviviale con cabaret di panini, bevande calde e dolci offerti dall’Elemosineria per festeggiare questo dono inaspettato: il Papa si è seduto a tavola con loro, ha ascoltato le storie, le confidenze per poi ricevere anche un dipinto che lo raffigura tra il verde con accanto un puledro d’asina. “La bellezza guarisce!” ha detto il Pontefice contemplando gli ambienti di questo antico Palazzo. Nel corso della conversazione con gli ospiti, riferisce la Sala Stampa, Papa Francesco ha anche parlato della cultura dello scarto, e del bisogno di recuperare un senso di responsabilità verso i più poveri. Ha ascoltato il racconto dei volontari che da molti anni portano la cena a chi vive per strada e delle difficoltà sperimentate per organizzare i loro funerali. Infine ha ricordato quando, da giovane, era solito lasciare un piatto pronto durante i pasti, particolarmente nei giorni di festa, per chi ne avesse bisogno, sottolineando la necessità di “educare i giovani alla compassione”.
La struttura, affidata all’Elemosineria Apostolica e gestita dalla Comunità di Sant’Egidio, sorge in zona extraterritoriale, a pochi metri dal Colonnato di Piazza San Pietro e occupa un’intera palazzina di quattro piani, quasi 2.000 mq di proprietà del Vaticano. Dopo che è stata lasciata libera da una Congregazione Religiosa femminile, che l’ha utilizzata fino a pochi mesi fa, Papa Francesco ha voluto destinarla a quest’opera di carità per le persone più bisognose e in difficoltà.
Il nuovo centro di accoglienza, denominato Palazzo Migliori – si legge in un comunicato a firma del cardinale Krajewski – porta il nome della famiglia proprietaria che l’ha poi ceduto alla Santa Sede nel 1930. Si tratta di un palazzo costruito agli inizi del 1800, con interni eleganti e nobiliari, dotato di un ascensore per permettere l’accesso anche agli anziani e alle persone con disabilità. Al primo piano vi è pure un’ampia cappella, riservata alla preghiera personale e comunitaria dei volontari e degli ospiti.
Le stanze per il riposo notturno occupano il terzo e quarto piano e potranno ospitare, sia uomini che donne, per un totale di 50, numero che potrà aumentare nel periodo dell’emergenza freddo. Le persone ospitate per la notte potranno usufruire della prima colazione e della cena preparate nel refettorio al secondo piano. La cucina del Centro, bene attrezzata, servirà pure ad un gruppo di volontari e di diaconi permanenti della Diocesi di Roma per preparare più di 250 pasti caldi che già da diversi anni, alla sera, vengono distribuiti ai poveri nelle maggiori stazioni ferroviarie della città: Termini, Tiburtina e Ostiense.
Il primo e secondo piano, inoltre, saranno destinati ad un servizio diurno, gestito ed animato sempre dai volontari, con sale per l’ascolto e il colloquio, per l’uso dei pc, per la lettura e la ricreazione, per altre attività educative e culturali. Tutti i lavori di ristrutturazione, eseguiti da un gruppo di senzatetto insieme a ditte specializzate, sono stati seguiti e finanziati dalla Elemosineria Apostolica, attraverso le offerte che provengono dalla distribuzione delle pergamene con la Benedizione Apostolica e dai generosi contributi privati. Inoltre l’Elemosineria, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, si impegna a sostenere economicamente tutta l’attività del Centro.
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Prima di inaugurare il dormitorio, Francesco ha fatto tappa presso i laboratori e gli studi medici del Presidio Sanitario in piazza San Pietro che in questa settimana, e fino a domenica, proprio per suo volere hanno offerto cure mediche specialistiche e analisi cliniche ai più bisognosi. Qui nei locali di questo piccolo ma efficientissimo “ospedale temporaneo”, il Pontefice è arrivato a sorpresa poco dopo le 16, accolto dallo stupore subito trasformatosi in un caloroso applauso. Con lui, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione che ha presentato al Pontefice i vari specialisti tra cui tra cui cardiologi, diabetologi, oculisti e radiologi, gli infermieri e i volontari che hanno fatto servizio d’ordine. Francesco – riferisce la Sala Stampa vaticana – ha apprezzato molto questa struttura di vero servizio emergenziale e ha avuto parole di ringraziamento per tutti i medici e il personale paramedico che stanno realizzando un vero servizio di pieno volontariato, alcuni dei quali, tra l’altro, hanno voluto prendere dei giorni di ferie pur di condividere questa esperienza unica a favore di tanti diseredati. Dopo una breve preghiera, il Papa ha salutato di nuovo i presenti e ha concluso la sua visita, raggiunto da immensa gratitudine e gioia.
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