Medjugorje, era il 19 agosto 1995, ore 11,40 circa. Usciamo dalla chiesa dove ho accompagnato mia moglie alla Messa. Io vi sono entrato come spettatore perché non credo in Dio…
Per ingannare il tempo durante la celebrazione non trovo meglio da fare che contare i presenti: ventitre persone di cui tre bambini! Questa cifra mi è rimasta in mente perché in seguito l’ho confrontata con il numero dei fedeli che in questi tempi partecipano alla Messa in lingua italiana a Medjugorje…
Usciti dunque dalla chiesa ci dirigiamo verso la sagrestia dove il frate che ha appena finito di celebrare l’Eucaristia conversa con delle persone che ho conosciuto ieri sulla nave. Inizia a piovigginare e per non bagnarci ci spostiamo sotto la tettoia dei confessionali.
Dopo qualche minuto di conversazione e trentacinque anni di totale assenza dalla Chiesa e lontananza dalla fede, decido di confessarmi! Comunico questa decisione a mia moglie che mi guarda un po’ stupita ma decisamente felice.
Era stata lei, infatti, l’artefice e lo strumento principale della mia conversione. Non certo un colpo di fulmine, ma un percorso di maturazione denso di dubbi, interrogativi, di paure… Non voglio andare all’inferno!
Questo percorso credo abbia avuto inizio quel giorno in cui nella mia mente (o forse nel mio cuore?) si è materializzato questo pensiero: “Non voglio andare all’inferno!”. Un’esclamazione che mi ha lasciato stupito, intimorito e disorientato, perché, vittima del mio orgoglio, non intendevo chiedere lumi e aiuto a nessuno.
Ma dal cielo la Madre Maria vegliava e si prodigava affinché questo mio inespresso desiderio di vita eterna trovasse compimento attraverso la mia conversione… La lista della spesa Entro dunque nel confessionale e inizio a parlare con una certa titubanza…
Non ho più familiarità con questo sacramento, sono rimasto fermo allo stile in uso prima del Concilio, quando era d’obbligo la lista della spesa!
Ma il frate, con paterna dolcezza, mi aiuta a liberarmi dal peso dei peccati accumulati nel corso di una vita; peccati di cui spesso non avevo neppure coscienza di
commettere e di altri di cui il solo parlarne mi procurava dolore, vergogna e incredulità
per esserne stato io stesso l’autore…
I giorni seguenti sono esaltanti. Vedo “miracoli” dappertutto. Mi sento un essere superiore, un interlocutore privilegiato e guardo dall’alto in basso tutti quelli che vedo lontani dalla fede, ritenendo inconcepibile un simile status… dimentico che io lo sono stato praticamente per una vita!
Il sacerdote “giusto” Non si può non vedere in tutto ciò la mano di Maria. Le tappe fondamentali di questa storia sono scandite dalla sua presenza accanto a me nei momenti cruciali. Il Signore ha risposto alla mia invocazione incaricando sua Madre di farmi da guida, ovvero di portarmi a Gesù compiendo così la sua missione di corredentrice.
Padre Carmelo, che ha raccolto la mia confessione dopo tanti anni passati nel buio, continua ad essere ancora oggi un riferimento spirituale ed affettivo: ci vediamo solo una volta l’anno a Medjugorje, e questo incontro mi suscita sempre gioia e commozione.
Riconosco l’intervento divino anche nel fatto che sia stato lui a riconciliarmi con Dio. L’incontro con un sacerdote “sbagliato” avrebbe potuto compromettere l’esito del mio profondo desideriodi trascendente.
Da allora sono trascorsi molti anni. Con il tempo il mio rapporto con Dio si è addolcito. Busso sempre alla sua porta ma lo ringrazio anche per tutto ciò che già ricevo… Non è possibile vivere senza Dio! Non capisco come io abbia potuto farlo per così lungo tempo, e come sia possibile che ancora tanta parte dell’umanità viva senza di Lui!
L’offerta a Gesù attraverso Maria Ritorno ogni anno a Medjugorje, per un mese intero, e presto servizio volontario presso una Comunità per l’accoglienza dei pellegrini. Ancora una volta mia moglie mi ha fatto conoscere una realtà che ha cambiato definitivamente la mia vita: l’offerta della vita, che ti porta a donarti completamente per gli altri a Gesù attraverso Maria.
È questo che si impegnano a vivere i membri della Comunità che mi ospita e con i quali vivo un profondo rapporto di amicizia. Rivederli ogni anno significa anche ravvivare la mia fede che a casa, nel quotidiano, rischia di intiepidirsi.
A Medjugorje invece, circondato dalla loro presenza, e soprattutto “stretto” nell’abbraccio di Maria, tutto mi sembra più leggero, più armonioso e mi fa desiderare di essere una persona migliore di quanto non sia. Grazie Gesù perché ti sei ricordato di me e lo hai fatto attraverso la materna opera della amata Maria!
Fonte: Eco di Medjugorje
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