UNIVERSIADI TRENTINO – Per gli studenti universitari lo sport ha un peso specifico notevole: questi ragazzi dimostrano che si può svolgere un’attività sportiva di alto livello, alcuni di loro parteciperanno alle prossime Olimpiadi, seguendo anche un percorso di studi impegnativo. La testimonianza di Stefania Zanon, 22 anni, sciatrice di fondo, fa parte del Gruppo sportivo del Corpo forestale dello Stato
Lo sport e l’ambiente, i talenti dei giovani e il risparmio energetico sono i protagonisti di Universiade Trentino 2013 che si svolge dall’11 al 21 dicembre. La manifestazione è giunta alla 26ª edizione, per la quinta volta si tiene in Italia. Ha rivelato talenti come Pietro Mennea, che all’Universiade di Messico ‘79 vinse l’oro nei 200 metri. A lui sono dedicati quattro premi alla memoria in questo evento a cui sono iscritti 3.600 atleti di 61 nazioni.
Valore dello sport. Per uno studente universitario lo sport ha un peso specifico notevole: questi ragazzi dimostrano che si può svolgere un’attività sportiva di alto livello, alcuni di loro parteciperanno alle prossime Olimpiadi, seguendo anche un percorso di studi impegnativo. Stefania Zanon ha 22 anni, fa parte del Gruppo sportivo del Corpo forestale dello Stato e pratica sci di fondo. Al termine di un allenamento a Lago di Tesero (TN) afferma: “Lo sport è un aiuto costante ogni giorno per crescere, formarsi e avere esperienze che non è possibile acquisire in altro modo. Permette di scoprire i propri limiti, si sta a contatto con la natura e le persone. È un mondo ricco di emozioni che mantiene sempre in gioco”. Per Stefania, “davanti alla bellezza del Creato c’è un atteggiamento di costante ringraziamento”. Le sconfitte sono un altro lato dello sport. I gradini del podio sono solo tre. Gare più selettive di un esame universitario: l’appello successivo arriva dopo anni. In queste circostanze si misura anche il rapporto con la propria squadra e gli avversari. Secondo la sciatrice ci si prepara alla gara successiva “senza mollare mai, c’è sempre tensione e adrenalina. Le sconfitte servono quanto le vittorie. Anzi, forse di più perché dopo la sconfitta c’è un motivo in più per ricominciare e fare meglio”. Lo sport insegna a superare i propri limiti in modo corretto con se stessi e il prossimo. “Una mancata vittoria dà delusione perché si lavora tanto per raggiungere un obiettivo. Però dentro si trova l’incentivo giusto. Una strada che si impara con anni di attività”, spiega l’atleta. La preparazione per le gare inizia con esattezza “da aprile. L’allenamento a secco prosegue per tutta l’estate”. Mesi di fatica, inversamente proporzionali ai secondi della gara. Valori che si sommano nella vita di chi è protagonista e di chi segue questi eventi.
Rispetto dell’ambiente. Sono 250 i giornalisti accreditati per realizzare 500 ore di diretta che saranno seguite da circa 2 miliardi di utenti. Diego Decarli, capo ufficio stampa della 26ª Universiade, spiega che i volontari saranno l’altra grande giovane risorsa di questa manifestazione: “Sono 2.000, di cui 1.000 ragazzi che possiedono il diploma universitario o stanno facendo un master. Grazie a loro possiamo garantire una grande qualità dell’Universiade. In questo momento di crisi e difficoltà per i giovani le Universiadi sono un canale importante”. L’evento avrà un impatto zero grazie alle iniziative virtuose messe in atto. Le 17mila tonnellate di CO2 che verranno immesse nell’ambiente, equivalenti all’inquinamento di 15mila automobili a gasolio con percorrenza media annua di 10.000 km, saranno compensate dalle scelte ambientali attuate. Spiega Maurizio Fauni, docente di Sistemi elettrici per l’energia all’Università di Trento: “Le Universiadi posso essere viste come il pretesto per impiantare e mantenere questi comportamenti anche nel periodo successivo”. Il professore prende in prestito una frase di Albert Einstein che “diceva: ‘Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che lo ha generato’. Occorre invertire modo di pensare e di conseguenza agire. Questo creerà un guadagno che ognuno potrà contabilizzare. Un guadagno economico e ambientale. Abbiamo calcolato che spegnendo pc, tv e luci quando non servono, riducendo il periodo di accensione degli impianti di riscaldamento e la temperatura di un grado, mettendo in atto tante pratiche quotidiane che economizzano l’energia, si produce un risparmio del 30% circa”.
Alessandra Gaetani per Agenzia Sir