Messaggio di Papa Francesco letto da monsignor Paul Richard Gallagher alla prima riunione a Vienna degli Stati membri del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari: “Immorale il loro uso, ma anche il semplice possesso”. L’appello: “L’umanità è a un bivio: fermare la corsa agli armamenti. È responsabilità di tutti, ingannevole e autolesionista pensare che la sicurezza di alcuni sia scollegata dalla sicurezza di altri”
Il super missile balistico intercontinentale Sarmat sarà operativo in Russia entro la fine dell’anno. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin incontrando al Cremlino i giovani diplomati dell’accademia militare.
Il missile era stato testato ad aprile. Il vettore, secondo il ministero della Difesa, eè capace di “penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura” e lo stesso Putin aveva annunciato che darà garanzie di sicurezza alla Russia “contro le attuali minacce” e “farà riflettere coloro che ci stanno minacciando”.
Il loro uso ma anche il semplice possesso è “immorale”. Mentre prosegue il conflitto in Ucraina, che ha fatto riemergere la paura per la minaccia dell’atomica, il Papa torna a ribadire l’urgenza del disarmo, “obiettivo impegnativo e lungimirante” specialmente in un momento in cui l’umanità si trova a un “bivio”, come pure la necessità di rispettare gli accordi internazionali: “Non sono una forma di debolezza, ma fonti di forza”.
Il Pontefice rilancia il suo duplice appello in un messaggio all’ambasciatore Alexander Kmentt, presidente della prima riunione degli Stati membri del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, al via da oggi fino al 23 giugno a Vienna.
Il messaggio del Papa è stato letto in apertura dei lavori da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati. Nel documento, Francesco evidenzia come la situazione sia crollata rispetto a cinque anni fa, quando fu convocata la conferenza diplomatica per negoziare il Trattato: “Il mondo – scrive – sembra essere a un bivio.
La visione coraggiosa di questo strumento giuridico, fortemente ispirato da argomentazioni etiche e morali, appare sempre più attuale”.
Anche se nel contesto odierno parlare o sostenere il disarmo può sembrare “paradossale”, secondo Papa Francesco non bisogna trascurare i “pericoli di approcci miopi alla sicurezza nazionale e internazionale e dei rischi di proliferazione”.
Il prezzo dell’inosservanza è inevitabilmente pagato con il numero di vite innocenti e misurato in termini di carneficine e distruzione
L’appello, quindi, ribadito dal Papa con forza, è a “mettere a tacere tutte le armi ed eliminare le cause dei conflitti attraverso un instancabile ricorso ai negoziati”. “Coloro che fanno la guerra… dimenticano l’umanità”, ribadisce, come già dalla finestra del Palazzo Apostolico nel primo Angelus dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.
La pace è indivisibile e, per essere veramente giusta e duratura, deve essere universale. È un ragionamento ingannevole e autolesionista pensare che la sicurezza e la pace di alcuni sia scollegata dalla sicurezza e dalla pace collettiva di altri.
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