Sta di fatto che per noi la testimonianza piacevole e quella della verità si accompagnano; non così per il profeta: la verità va d’accordo solo con il valore: verità è ciò che vale, e non ciò che piace.
Per noi, spesso la verità è quello che piace, proprio come è stato nella decisione della morte cruenta del Battista, decisa solo da una verità piacevole.
La testimonianza della Verità passa al vaglio della Croce.
Se una croce è piacevole in sè, non è autentica.
Anche se è una croce portata in nome della religione.
Tanti di noi portano le croci in sè, ma non le riferiscono alla Croce che autentica ogni verità, comprese le nostre croci.
Spesso le cose più piacevoli si nascondono dietro le croci e le sofferenze della vita nostra o degli altri, sfociando, come nel caso del Vangelo, in un piacere della croce, della morte altrui.
E’ solo nella Croce di chi è annunciato da Giovanni che la croce di lui che subisce viene illuminata dalla Verità: il Battista non sa come, ma sa che la sua croce è in sintonia con la Croce di chi lui ora sta annunciando come il veniente.
Per questo la sua croce è vera; per questo la sua non è soltanto una morte, ma una testimonianza della morte: la morte del piacere.
Don Luciano Sanvito
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