Sancta Sedes

Una domenica pomeriggio in Parrocchia per Papa Francesco con gli ammalati e i giovani

Questa domenica, alle 15.30, Papa Francesco si reca in visita pastorale alla Parrocchia di Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù a Castelverde di Lunghezza, nella periferia Est di Roma. Prima della Messa incontrerà i giovani, i malati, le famiglie assistite dalla Caritas parrocchiale e confesserà alcuni fedeli. Ma ascoltiamo cosa ha detto il parroco, don Francesco Rondinelli, al microfono di Federico Piana della Radio Vaticana

R. – Questa è una parrocchia molto variopinta, nel senso che ci sono tutte le classi sociali; ci sono molte famiglie giovani … Le difficoltà ci sono, perché è un quartiere di periferia, è un quartiere che soffre la crisi, non ci sono molte persone che lavorano, ci sono persone molto buone, generose, che vogliono fare, che vogliono lavorare, però non c’è l’offerta.

D. – I punti di forza quali sono?

R. – La giovinezza del quartiere e anche questa generosità di darsi, di regalare tutto quello che possono. Con questo evento del Papa, si sono mosse tantissime persone che hanno voluto lavorare per accogliere il Santo Padre.

D. – La venuta di Papa Francesco quali frutti potrà portare?

R. – Bè, la visita del Santo Padre è sempre la visita di Gesù Cristo, di tutta la Chiesa, quindi, a parte la benedizione, la gioia e la grazia che abbiamo, io spero che questo momento sia proprio un rilancio di tutta la parrocchia, cioè che sia un faro per tutto il quartiere.




D. – I giovani sono molto presenti nel quartiere. E’ la stessa cosa in parrocchia?

R. – Come al solito, come in tutte le parrocchie, abbiamo ovviamente delle difficoltà. Però, c’è un folto gruppo dei ragazzi delle Comunioni, delle Cresime e – un po’ di meno – di giovani del dopo-Cresima, fino all’età dell’università, più o meno fino ai 18 anni … poi svaniscono.

D. – Quindi questa visita potrebbe anche riscaldare il cuore di questi giovani? Potrebbe essere un frutto ulteriore?

R. – A me piacerebbe molto proprio farli entrare come parrocchia, anche perché i giovani di oggi sono tutta la Chiesa di domani: questo vuol dire non solo curare la Chiesa di oggi, ma anche quella di domani.

Fonte: Radio Vaticana

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