Tempo fa mi ero allontanato un paio di migliaia di chilometri da casa mia, situata ai piedi delle Ande, sulla frontiera argentino-cilena. Ero andato verso il Sud, verso la Patagonia argentina, dove la solitudine, la natura feroce e il vento perenne fanno sì che uno è costretto a guardarsi dentro, nel fondo dell’anima, alla ricerca di Dio, che vede e sente così vicino da percepirne quasi il respiro.
Avevo lasciato la mia casa, la mia città, la famiglia con la disperazione nel cuore. Era appena morta la mia giovane moglie, in modo tragico, e io non potevo sopportarne la mancanza. Laggiù, dove l’oceano Atlantico muore silenzioso accarezzando la vasta prateria chiamata Pampa, fermai la mia auto alle porte di una cittadina.
Sui tetti delle case dominava il campanile di una chiesetta, molto simile ai campanili del mio paese, sulle Alpi, dove nacqui e vissi per vent’anni, sul confine italo-austriaco. Col cuore infranto e gli occhi umidi di lacrime, stanco, coperto di fango e sabbia, entrai nella chiesetta. L’interno era pulito, semplice e accogliente; soltanto due uccellini, posati su una finestra, cantavano all’unisono. Percorsi la navata; davanti all’altare maggiore c’era una croce: bella, maestosa, appesa a due catene che pendevano dal soffitto. Dondolava leggermente, mossa dal vento.
croce02Da tre giorni e tre notti non parlavo con nessuno, ora volevo parlare col Crocifisso per raccontargli le mie pene e trovare un po’ di conforto. La croce c’era ma Cristo no: per terra c’erano i chiodi e la corona di spine, però mancava Lui, il Redentore. Non sapevo che pensare, che fare.
Ho visto allora avvicinarsi un vecchietto: era un sacerdote con le spalle incurvate dagli anni e gli occhi chiari. S’è accorto subito che non ero del posto e non ero neppure sudamericano, così come ha capito che avevo addosso tutto il dolore del mondo. Gli ho chiesto chi aveva tolto il Cristo dalla croce, chi l’aveva rubato.
«El Cristo que tu buscas se ha ido, ha bajado de la cruz…», mi ha risposto. «Il Cristo che tu cerchi, amico mio, se n’è andato, è sceso dalla croce per portare sollievo e speranza lontano da qui, nelle grandi città del mondo, dove si soffre e si muore. Cercalo negli ospedali, nelle carceri, nei manicomi, nei ricoveri per anziani. Cercalo e lo troverai in tutti i posti del mondo dove c’è dolore, fame, guerra e malattie…».
Sono uscito da quella chiesetta barcollando, scosso da singhiozzi liberatorii. Ho preso la strada del ritorno, ma non ero più disperato, e non vedevo l’ora di riabbracciare i miei figli.
Fonte fermenticattolicivivi.wordpress.com