Nel giorno dedicato ai nonni e agli anziani, Papa Francesco ha condiviso un potente messaggio sulla bellezza delle relazioni intergenerazionali.
Durante la Messa per la III Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, il Pontefice ha esortato i fedeli a coltivare scambi fecondi tra giovani e anziani, promuovendo un dialogo proficuo tra le diverse generazioni.
Il Papa ha sottolineato l’importanza di non emarginare gli anziani e ha ricordato che essi rappresentano le “radici di cui i più giovani hanno bisogno per diventare adulti”. Ha invitato la politica a provvedere ai bisogni dei più fragili e a non dimenticare gli anziani, evitando di relegarli a “scarti improduttivi” nel mercato frenetico della società moderna.
Il valore delle relazioni intergenerazionali è stato enfatizzato da Papa Francesco attraverso le parabole di Gesù riguardanti il grano e la zizzania, la farina e il lievito. Queste storie insegnano che nella storia umana e nella vita di ognuno, esistono compresenze di luci e ombre, di bene ed egoismo. Il Papa ha esortato i fedeli a essere realisti riguardo al male presente nel mondo e a coltivare una pedagogia misericordiosa, accogliendo fragilità e limiti senza giudicare e senza separare.
La chiamata di Papa Francesco a una nuova alleanza tra giovani e anziani ha lo scopo di nutrire i germogli di speranza delle nuove generazioni con l’esperienza vitale degli anziani. In questo scambio fecondo, si può costruire una società più umana e fraterna, capace di generare un mondo più inclusivo e solidale.
Il Papa sviluppa la sua riflessione sulle tre parabole che Gesù narra nel Vangelo odierno, che hanno un aspetto in comune: il “crescere insieme”. Sono “storie semplici, che raggiungono il cuore di chi ascolta”, come i racconti dei nonni ai nipoti che “comunicano una sapienza importante per la vita”. La prima parabola, quella del grano e della zizzania che crescono insieme, “nel medesimo campo”, insegna che “nella storia umana, come nella vita di ognuno, c’è una compresenza di luci e ombre, di amore ed egoismo”, spiega il Francesco, aggiungendo che “il bene e il male sono intrecciati al punto da sembrare inseparabili”. Averne la consapevolezza “ci aiuta a guardare la storia senza ideologie, senza ottimismi sterili e pessimismi nocivi”.
Il cristiano non è “un ingenuo che vive nel mondo delle favole, che fa finta di non vedere il male e dice che ‘va tutto bene’”, sottolinea il Papa, semmai “è realista: sa che nel mondo ci sono grano e zizzania, e si guarda dentro riconoscendo che il male” non è da attribuire sempre agli altri e “che non bisogna ‘inventare’ dei nemici da combattere per evitare di fare luce dentro sé stessi”. Il male spesso “viene da dentro, nella lotta interiore che tutti abbiamo”. Ma se “nel mondo grano e zizzania convivono insieme”, la soluzione non è sradicare quest’ultima, avverte Francesco.
Il Papa ha posto l’accento sul valore e l’importanza delle relazioni con gli anziani, portatori di saggezza e amore che arricchiscono la nostra esistenza. Il suo messaggio ci invita a valorizzare la presenza degli anziani e a coltivare scambi fecondi tra le diverse generazioni, poiché la ricchezza delle relazioni intergenerazionali è il cuore di una società che cresce e si sviluppa in armonia.
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