Terra Sancta et Oriens

Un’altra guerra. Violenta escalation tra Israele e Hamas: centinaia di morti e feriti in attacchi reciproci

Una drammatica escalation di violenza è scoppiata tra Israele e Hamas, con almeno 100 morti e 900 feriti a seguito di un attacco di Hamas con la Tempesta al-Aqsa.

La situazione è ulteriormente peggiorata con il rapimento di 50 ostaggi. In risposta, Israele ha lanciato l’Operazione Spade di Ferro, causando la morte di 198 persone. Il primo ministro Netanyahu ha dichiarato: “Siamo in guerra” mentre 21 località in tutto lo Stato ebraico sono sotto assedio.

Il leader di Hamas, Haniyeh, ha descritto la situazione come una “campagna eroica” a difesa della moschea di Al-Aqsa, mentre il premier israeliano ha promesso che “vinceranno” e che gli aggressori “pagheranno un prezzo altissimo”. Inoltre, il capo del Consiglio regionale di Shaar Hanegev è stato ucciso, e l’Iran ha dichiarato di essere “fiero dei combattenti palestinesi”.

Il comandante militare di Hamas, Mohammad Deif, ha annunciato l’inizio di un’operazione militare contro Israele, con miliziani che sono entrati nei territori israeliani e missili lanciati contro le città. In risposta, l’esercito israeliano ha condotto un attacco aereo su Gaza. Inoltre, l’opposizione israeliana, guidata da Yair Lapid, ha proposto la formazione di un governo congiunto d’emergenza, sottolineando la necessità di solidarietà internazionale in questa situazione di crisi. Netanyahu e i funzionari della sicurezza si sono riuniti per discutere dell’emergenza.

Un caos ulteriore è scoppiato durante una festa all’aperto vicino al Kibbutz Re’im, quando sono stati lanciati razzi da parte di Hamas. I partecipanti alla festa sono stati costretti a fuggire nel deserto mentre i razzi venivano seguiti da colpi di arma da fuoco. Ci sono stati morti e feriti, e molti sono rimasti nascosti nella zona desertica.

L’evento, un festival di musica trance all’aperto, si è svolto in concomitanza con la festa di Sukkot e ha visto la partecipazione di migliaia di israeliani.

La situazione rimane altamente tesa, con la violenza in continua crescita tra le due fazioni. La comunità internazionale è chiamata a intervenire per cercare di porre fine a questa pericolosa escalation e promuovere la pace nella regione.

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