Il senato ha sospeso la discussione generale del ddl Cirinnà sulle unioni civili, che riprenderà martedì prossimo, 9 febbraio alle 12. Le ore dedicate alla discussione generale sono 21 e per esaurirle occorrerà martedì una seduta molto lunga. “L’iter del ddl Cirinnà ha fatto a pezzi l’articolo 72 della Costituzione”.
Si basa su questa tesi il ricorso che cinque senatori, Andrea Augello, Luigi Compagna, Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello (tutti del movimento Idea) e Mario Mauro (Popolari per l’Italia), hanno presentato alla Consulta sollevando un conflitto di attribuzione, al quale hanno aderito altri 35 senatori dell’area di centrodestra. “Il testo sulle unioni civili, che si sta discutendo in aula é stato sottratto all’esame della commissione Giustizia, inficiandone in radice la legittimità e quindi ponendosi in contrasto con l’articolo 72 della Costituzione e con le regole che sovrintendono al procedimento di formazione delle leggi”. “Stiamo parlando di una legge sbagliata – ha detto Gaetano Quagliariello – Noi siamo minoranza in Parlamento ma siamo convinti di essere maggioranza nel Paese. Per questo vogliamo farci rispettare. Se la Costituzione viene messa sotto i piedi, noi non lo possiamo accettare. Ecco perché abbiamo presentato il ricorso. Su questa vicenda – ha continuato – c’è stato un vulnus incredibile: non era mai accaduto che il testo di una legge non passasse all’esame della commissione. Certo in commissione c’è stato ostruzionismo, lo so bene, ma l’ostruzionismo è uno strumento a disposizione delle minoranze parlamentari. Noi abbiamo rispettato le regole e l’ostruzionsimo si batte, al limite, cambiando le regole ma stracciare”. “Ricordo che 2 anni fa, la legge Fini-Giovanardi è stata annullata per un vizio di forma – ha ricordato Carlo Giovanardi citando un precedente – Secondo la Consulta, non era stato rispettato l’articolo 72 della Costituzione. I precedenti di leggi cancellate per vizi di forma, molto meno gravi, ci sono e c’è una giurisprudenza consolidata in tal senso. Non si capisce perché si vuole imbrogliare sulle procedure, facendo una forzatura ulteriore su un testo contro il quale si sono già pronunciati sei presidenti emeriti della Consulta”.