Il giorno dopo il via libera definitivo alle unioni civili, qualcuno ha accusato Matteo Renzi di aver assestato uno schiaffo alla famiglia. Ora, dire che la legge sulle unioni civili dà un duro colpo al matrimonio mi sembra sia come affermare che i miei vicini di casa che trascurano la raccolta differenziata siano i responsabili dell’estinzione del gorilla di montagna o del lemure del Madagascar. L’inciviltà che li porta a non rispettare la raccolta differenziata ci mette del suo, senza dubbio, ma prima converrebbe pensare alla deforestazione, al cambiamento climatico e al bracconaggio, che ne dite?
Da adesso magari tutto cambierà e io mi sbaglio, ma finora ho visto la decisione di sposarsi condizionata da ben altro. Conosco moltissimi che si fanno due conti in tasca e decidono che “sarebbe bello sposarsi ma adesso no: magari più avanti, quando non saremo più precari”.
Sposarsi oggi è uno sport estremo: tipo farsi portare da un elicottero in cima al Monte Bianco e sciare poi dietro una guida alpina. Il matrimonio è una pratica per ricchi o per “molto religiosi”. Eppure l’amore, la voglia di figli e di fedeltà, ci sono. Ma non bastano per sposarsi perché mancano i soldi. Se potessi parlare con Renzi non lo accuserei di essere cattolico quando va a Messa ma non quando è in parlamento, ma gli racconterei dei ragazzi che stanno insieme da anni, che parlano di andare a studiare all’estero insieme, che si stanno informando di tutto, ma che di matrimonio non parlano. Costruiscono il loro futuro ma non pensano alle nozze perché sanno dell’amica sposata da anni con figli, stanca di essere l’unica a pagare i libri scolastici mentre le altre mamme hanno il buono libro del comune perché non sono sposate e risultano come nucleo monoreddito. Lei invece, almeno per il fisco, il marito ce l’ha (peccato che faccia il marito ma non lo sia veramente). Però, basta per perdere le agevolazioni che sono per chi è solo e ha i figli a carico. Come rinunciare alla montagna di punti che hai per entrare al nido comunale se sei donna sola? E allora che fai? Se sei ancora in tempo non ti sposi; se in tempo non sei, fai una finta separazione. Essendo finta, ti fai destinare un assegno di mantenimento bello alto e quell’assegno ha molte agevolazioni e crea molte agevolazioni.
Io, se parlassi con Renzi, non la butterei sulla coerenza tra essere cristiano ed essere laico ma gli chiederei di lavorare sull’indicatore Isee, sulle detrazioni Irpef per figli a carico, sugli assegni al nucleo familiare, sull’esenzione ticket e così via. Potrei elencare decine di punti. Asili nido, case popolari, assegni sociali, pensioni di riversibilità. È tutto un fiorire di forum e blog sull’argomento.
Sono un prete poco soprannaturale? Non so, non mi sembra. Ho nelle orecchie le parole dei miei amici missionari che quando arrivano in un villaggio dove si muore di sete, prima d’insegnare l’Ave Maria aiutano a costruire il pozzo per l’acqua. Se Renzi è cattolico gli direi che dobbiamo trovare il modo di far tornare naturale il matrimonio perché adesso è qualcosa di speciale. Anzi, di specialissimo. Qualcosa di riservato a pochissimi, meglio se ricchi.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da L’Huffingtonpost