Un’ong israeliana ricorda uno ad uno i bimbi caduti a Gaza

GERUSALEMME – Dare un nome ai morti. Riconoscere una ad una le loro vite e persone per non lasciarle solo al gelo asettico delle statistiche.B’Tselem, il Centro israeliano per i diritti umani nei Territori (palestinesi) occupati, ha deciso di dare dignità almeno agli oltre 120 bambini e bambine, ragazzi e ragazze della Striscia di Gaza, rimasti fin qui vittime dell’Operazione Barriera protettiva lanciata da Israele l’8 luglio scorso.

I nomi di questi morti sicuramente innocenti scorrono di continuo nella homepage del sito dell’organizzazione, seguiti dall’età di ciascuno.

Un modo per riparare alla lacuna dei media israeliani, dice B’Tselem, che giustamente onorano con nome e cognome i propri morti, ma non fanno altrettanto con i morti palestinesi.

Viene in mente il bel discorso che papa Benedetto XVI pronunciò visitando il Mausoleo dell’Olocausto, a Gerusalemme, l’11 maggio 2009.

In una meditazione tutta incentrata sull’importanza di onorare il nome dei morti nella Shoah disse tra l’altro: «Mentre siamo qui in silenzio, il loro grido echeggia ancora nei nostri cuori. È un grido che si leva contro ogni atto di ingiustizia e di violenza. È una perenne condanna contro lo spargimento di sangue innocente. È il grido di Abele che sale dalla terra verso l’Onnipotente». di G.S. per TerraSanta.net

ULTIME NOTIZIE DA ISRAELE, GAZA E PALESTINA

Dopo la strage nella scuola di Beit Hanun, c’è uno spiraglio per i negoziati in medio oriente. Ci sarebbe il consenso di Hamas, per la proposta di Kerry sulla tregua a Gaza: il segretario di Stato americano ha ipotizzato un primo passo con un cessate il fuoco per una settimana, lasso di tempo in cui le parti possono sedersi al tavolo e discutere. Israele invece discuterà della tregua in una riunione di governo. Intanto esponenti della destra che chiedono al premier Benyamin Netanyahu di non acconsentire al cessate il fuoco. Dall’Onu arriva l’appello di Ban ki Moon: “Si valuti una pausa umanitaria”, dice il segretario delle Nazioni Unite. La bozza Kerry è stata pubblicata sui media israeliani. 

Secondo quanto riferito dal quotidiano arabo Al-Hayat, Hamas avrebbe acconsentito in linea di principio al cessate il fuoco, che durerebbe cinque giorni. Ma il lancio di razzi dalla Striscia non si ferma: in mattinata, ne sono stati intercettati tre in direzione dell’aeroporto di Tel Aviv. La comunità internazionale ha già iniziato a lavorare sulla bozza Kerry. Il ministro degli Esteri turco ha annullato una visita in Francia ed è partito per il Qatar. Una decisione presa dopo una teleconferenza col segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri del Qatar.

Ahmed Davutoglu ha poi parlato separatamente anche con responsabili di gruppi palestinesi. Su Haaretz il testo della proposta, che prevede:   – Un cessate il fuoco per una settimana, a partire da domenica: l’esercito israeliano non lascerebbe completamente la Striscia e continuerebbe a distruggere i tunnel di Hamas; – Durante questa settimana, Israele e Hamas si potrebbero sedere a un tavolo per negoziare una tregua più duratura. A mediare, l’Egitto.

Anche l’Anp sarebbe invitata a questi colloqui – Gli Stati Uniti, il segretario Onu e l’Unione Europea garantirebbero a entrambe le parti che durante i negoziati si discuta di temi importanti per entrambe le parti: per Israele, il disarmo di Gaza e dei suoi missili e tunnel, per Hamas, la fine dell’embargo su Gaza e il risarcimento dei danni subiti nella Striscia.  Intanto aumenta il numero delle vittime per il conflitto. Sono 815 i palestinesi morti: gli ultimi sono una giovane donna incinta e un portavoce della jihad Islamica, Salah Hasanein, ucciso insieme ai due figli di 12 e 15 anni in un raid a Rafah. Da parte israeliana, il numero dei soldati israeliani uccisi nella striscia sale a 33, con la morte di un riservista di 36 anni.  Fonte: RaiNews24

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