San Paolo vede se stesso in Cristo. Sa di essere stato costituito da Dio vero strumento, ministro, araldo, apostolo di riconciliazione: “L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” (2Cor 5,14-5,2).
La riconciliazione, che è frutto nel nostro cuore dell’amore preveniente di Dio, della sua eterna carità, che da sempre ha pensato per noi un patto di amicizia eterna, ha bisogno della collaborazione e partecipazione effettiva di ogni discepolo di Gesù. Il vero discepolo di Gesù deve essere vero strumento di riconciliazione verso ogni uomo. In modo speciale però lo deve essere nei confronti di tutti coloro che lui sa che abbiano qualcosa contro di lui, non necessariamente perché abbia fatto qualcosa di male, ma perché gli altri lo pensano. Ogni cristiano è chiamato da Gesù ad essere sempre un riconciliatore. Mai Lui deve lasciare questioni in sospeso. Sempre deve cercare la pace con tutti. Lui è un figlio della pace ed un operatore di essa.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Gesù questa legge della riconciliazione la visse tutta dalla Croce: “Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte” (Lc 23,33-34). Questa legge della riconciliazione il discepolo di Gesù la dovrà vivere sempre, verso ogni uomo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri strumenti di riconciliazione presso ogni uomo, operatori di pace nella verità di Gesù Signore.
Movimento Apostolico
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