Avvenire ha incontriamo Valentino in piazza del mercato, a Fabriano. Ha un’apparente età di 50 anni, è munito di scopa e paletta e pulisce un pezzo d’asfalto, sotto un’abitazione. Ci racconta che è arrivato dalla Romania, 13 anni fa, in cerca di fortuna. Per un periodo ha lavorato presso un giostraio a Jesi (Ancona), ma l’esperienza non ha funzionato. Si è poi trasferito a Fabriano dove – dice – si trova molto bene. Il tentativo, tuttavia, di trovare un lavoro si è rivelato inutile e ha cominciato a vivere di espedienti. È diventato un clochard, una persona che, quando si sveglia la mattina, non sa dove dormirà la sera.
Quando è fortunato, un ente assistenziale gli assicura un posto al chiuso e un pasto caldo, ma non sempre va bene, anche perché Valentino è consapevole che esistono regole, e le regole dell’assistenza sono chiare: le coperture non possono essere permanenti. Valentino, tuttavia, non è un clochard come tanti. Intanto, ama la città che lo ospita. Ama Fabriano e la vuole bella. Così, terminato il servizio in piazza del Mercato, restituisce scopa e paletta al privato che gli ha commissionato il lavoretto in cambio di un pasto, e con la sua bicicletta attraversa il centro storico e si dirige verso i giardini pubblici, quelli che definisce il suo «vero lavoro ». Si ferma sotto una casa, suona, si affaccia una signora, Valentino chiede anche lì scopa e paletta: «Ce l’avevo, e l’avevo anche nascosta bene, ma non l’ho più trovata, così mi sono ridotto a chiederla in prestito ».
Oggi non è una giornata fortunatissima, la paletta rimediata è quella metallica con cui si pulisce il camino, ma per Valentino non fa niente. La usa per scalzare l’erbaccia, perché l’aspetto dei giardini è davvero inquietante. Mostra i pali di legno che sostengono le altalene, non sono neanche fissati per terra. «Basta una spinta al seggiolino un po’ più energica per ribaltarla», fa notare. E ancora, mostra dietro i cespugli i sacchetti dell’immondizia abbandonati, dice da qualche ristorante incivile. «Non sopporto vedere queste cose, dice, e allora mi do da fare».
A differenza di tanti altri che sono nelle sue condizioni, non aspetta aiuto passivamente ma pulisce gratis. Lo fa – dice – per mantenere vivo il decoro della città. Lo fa gratuitamente, anche se poi tanti cittadini, diventati amici, gli danno una mano. C’è chi gli porta da mangiare, chi lo aiuta nel piccolo servizio che presta alla comunità. Il suo desiderio, gli chiediamo.
Gli occhi cominciano a roteare, con un po’ di imbarazzo. Ma poi si lascia andare: «Mi piacerebbe che chi ne ha la possibilità mi consentisse di trasformare quello che faccio in lavoro vero, anche con una collaborazione ».
Non c’è bisogno di sentire l’amministrazione comunale. È lo stesso Valentino a anticipare la risposta. Il Comune nicchia, perché non ci sono risorse e come lui ce ne sono tanti. Per aiutare Valentino occorrerebbe aiutare tutti e non è possibile. Valentino, comunque, non demorde e continua: «Prima o poi – commenta – qualcuno si accorgerà di me e mi aiuterà».
Fonte avvenire.it – Vincenzo Varagona
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