L’uomo, percorrendo la Via Francigena, si è recato in pellegrinaggio a Roma…
Valerio Mautone, insieme ai suoi tre fratelli tutti infermieri, alle loro mogli, infermiere a loro volta, ai genitori, il papà è infermiere da 40 anni, e ai loro figli, sono stati ricevuti in udienza privata da Papa Francesco.
“L’emozione è stata incredibile. (…) Ci ha accolti e ascoltati. Ha detto la sua su tante cose e poi abbiamo pregato insieme” ha raccontato l’infermiere a Famiglia Cristiana.
“Abbiamo trovato la persona che pensavamo.
Semplice come appare e umano; da ognuno di noi ha voluto sapere l’esperienza. Le sue parole sono state davvero toccanti. Per tutti noi è stato la realizzazione di un sogno” ha continuato l’uomo.Valerio aveva promesso, dopo essersi ammalato di Covid, di compiere il pellegrinaggio sulla Via Francigena. “Domenica sono partito da Como in macchina e sono arrivato a Viterbo. Da lì attraverso la via Francigena fin dal Papa, il tutto grazie a una guida e a google map. (…) Era una promessa che avevamo fatto e il Papa lo sapeva: l’ho voluta mantenere” ha specificato l’infermiere.
“Andare a San Pietro a piedi non aveva prezzo. Ho percorso tra i 118 e 125 km (perché i monasteri dove ho dormito erano arroccati in posti impervi) e per ogni tappa ho ricevuto un timbro. Arrivato a San Pietro mi hanno dato il Testimonium, la pergamena che viene data al pellegrino che effettua 100 km a piedi per recarsi fino alla Santa Sede
”.Valerio ha portato con sé circa cento lettere di tanti infermieri, ma non solo, che avevano vissuto a vario titolo l’esperienza del Covid. Inoltre ha consegnato al Papa due divise. La prima dell’ospedale Sant’Anna di Como, dipinta a mano con l’immagine di Bergoglio, la Basilica di San Pietro sullo sfondo e una sua frase: “L’unica battaglia che dobbiamo combattere è quella contro il male”.
L’altra, fatta dal Cardiocentro di Lugano, più sobria com’è nello stile degli svizzeri: “Con affetto al buon amico papa Francesco”.
Valerio si era ammalato il 18 maggio, e aveva trascorso due mesi nel reparto Rianimazione Covid.
“Aver lavorato nelle rianimazioni mi ha messo doppiamente paura. Sapevo a cosa potevo andare incontro. Invece, per fortuna, i sintomi respiratori sono andati via in fretta, sono rimasti solo quelli gastrointestinali.
Il pellegrinaggio, oggi, dopo il Covid ha un gusto doppio. L’ho fatto in onore di tanti che non hanno potuto partecipare. Penso a un mio coscritto che si è ammalato ed è deceduto dieci giorni fa. L’ho fatto per lui, per tanti colleghi e per i pazienti che non sono stati così fortunati” ha concluso. (famigliacristiana.it/Chiara Pellizoni – it.churcpop.com)
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